Si torna a parlare del problema dell'inquinamento del Rio Santa Croce, dopo il blitz di Capitaneria di porto, Vigili urbani e Carabinieri della Forestale della settimana scorsa presso l'impianto di sollevamento di Gianola. Riscontrata un'anomalia, causata «da una rottura accidentale di un tubo», come spiegato poi da Acqualatina. Anche se è stato riparato, sul caso è scoppiata la polemica politica, anche in considerazione del fatto che numerosi sono stati negli anni passati gli esposti in merito all'inquinamento del torrente e soprattutto l'ultimo rapporto di Legambiente in cui questa estate si segnalava che «per il settimo anno consecutivo la foce del rio Santacroce a Gianola presenta valori di contaminazione elevata e per questo riceve un giudizio di "fortemente inquinato", meritandosi la prima bandiera nera del viaggio 2017 di Goletta Verde. E' quanto mai urgente rendere più efficiente il sistema depurativo per non compromettere il mare, la salute dei bagnanti e la vocazione turistica dell'area». A ricordarlo è il movimento "Un'altra città" che cita anche la delibera di istituzione dell'area sensibile del Golfo di Gaeta, approvata in data 19 febbraio 2010.
«Alla luce dei fatti vediamo l'amministrazione di Formia affermare che se fosse vero che il depuratore di Formia scarica il troppo pieno nel fiume di Gianola, Acqualatina dovrebbe provvedere subito a risolvere il problema oltre a spiegare come ciò sia stato possibile. Acqualatina si deresponsabilizza affermando che le ispezioni hanno interessato un impianto di sollevamento distante 2 km dal depuratore, risultato peraltro perfettamente funzionante - aggiungono dal movimento civico -. Le domande sono tante: l'impianto di sollevamento sarà anche perfettamente funzionante, ma è una prassi normale che i liquami di un troppo pieno finiscano in un rivo che sfocia in mare, considerando che da quasi dieci anni la zona viene catalogata come "fortemente inquinata"? Sorge spontaneo dire di no in quanto parliamo di scienza e dati scientifici. Esistono esami e dati scientifici che dicono cosa è stato trovato nelle acque del Rio Santa Croce e da questo risalire alla fonte dell'inquinamento: se sono stati trovati Coli fecali ci si riconduce a sversamento fognario e così sembra essere. Responsabile del depuratore è Acqualatina». Un ulteriore appello il movimento lo rivolge all'amministrazione «affinchè non lasci che il rimpiattino di responsabilità con Acqualatina metta in secondo piano l'impellenza di porre rimedio all'inquinamento dilagante di un'area preziosa, il litorale di Gianola».