L'accordo di programma del 2015 è la base su cui fare fronte comune per l'alta diagnostica. E' un punto su cui, in via Costa, l'intesa è ampia. Nei giorni scorsi era stata Forza Italia a indicare la strada, oggi è arrivata la dura presa di posizione del presidente della Provincia Eleonora Della Penna che seguiva una nota di sette sindaci del sud pontino (poi scesi a sei, in quanto il Pd Gerardo Stefanelli ha ritirato la propria firma, schierandosi con Coletta). Oggi si aggiungono un altro esponente del Pd, Giovanni Bernasconi e il gruppo di Provincia Viva.

Dichiarazione del consigliere provinciale del Partito Democratico, Giovanni Bernasconi:
"Il dibattito sul Centro di Alta Diagnostica deve arrivare ad una svolta. Come Provincia abbiamo investito, fin dal momento dell'insediamento della prima amministrazione Della Penna, su questo progetto convinti che avremmo dato un contributo corposo alla creazione di qualcosa di straordinario, con un altissimo valore scientifico e che avrebbe proiettato il nostro territorio, non solo il capoluogo, sul panorama nazionale ed internazionale per quanto riguarda la scienza e la ricerca. Ci troviamo da troppo tempo a discutere di soluzioni alternative che, inutile dire il contrario, non hanno nulla a che vedere con l'accordo di programma sottoscritto nell'aprile del 2015 e con l'obiettivo, anche politico, che lo stesso si prefissava. La salute di questo territorio, il sistema sanitario, meritano una occasione in più e questa occasione è rappresentata dal progetto originario del Centro di Alta Diagnostica. La Provincia ha investito risorse nel momento più buio per l'ente: avevamo pochi soldi per scuole e strade ma abbiamo comunque deciso di contribuire con circa 800mila euro, perché eravamo convinti di partecipare e fare la nostra parte nell'ambito di un sistema che avrebbe prodotto qualcosa di grande da mettere a disposizione dei nostri cittadini, dei medici, dell'università. Per questi motivi ribadisco quanto già affermato in più occasioni dal presidente Della Penna: accettare ipotesi alternative all'accodo di programma del 2015 significa tradire quello spirito che ci portò a sottoscriverlo e un atto che è per noi un elemento di garanzia e per il quale chiediamo alla Fondazione Roma, pur ringraziando per l'opportunità che ci viene offerta, il pieno rispetto di quanto pattuito ormai da diversi anni. Non esistono soluzioni alternative, esiste quanto stabilito in accordo di programma che aveva delle basi solide che nel corso degli anni non sono state scalfite neanche da qualche tentativo di depistaggio. Il centro di alta diagnostica va realizzato così come era previsto, senza altre ipotesi, senza percorrere altre strade. La Regione ha confermato di voler fare la sua parte, la Provincia ha già fatto la sua, il Comune continui sul percorso tracciato dagli accordi iniziali e la Fondazione Roma confermi, rispettando quanto pattuito, di essere il grande mezzo di crescita ed innovazione che è sempre stata".

Il gruppo consiliare di Provincia Viva (Giovanni Trani, Patrizio Avelli, Pasquale Cardillo Cupo)

"L'Accordo di programma firmato dal presidente Della Penna è un elemento imprescindibile a cui non vogliamo rinunciare perché garantisce i livelli qualitativi e gli standard legati alla ricerca che erano alla base del progetto per la creazione del Centro di Alta Diagnostica a Latina". Così i consiglieri provinciali di Provincia Viva, Patrizio Avelli, Pasquale Cardillo Cupo e Giovanni Trani. "In questi giorni assistiamo ad un dibattito che vede schierato l'intero territorio provinciale, con le associazioni di categoria, molti sindaci, numerosi esponenti della società civile ma anche i rappresentanti di sindacati e del mondo del volontariato. Tutti a gran voce chiedono il rispetto dell'accordo di programma originario perché l'obiettivo è, giustamente, evitare un gioco al ribasso e ribadire che la provincia di Latina merita questo impegno da parte della Fondazione Roma proprio perché l'aspettativa di questo territorio era ed è la creazione di un vero e proprio centro di eccellenza. La nuova posizione dei "nuovi" rappresentanti della Fondazione Roma non ci convince perché mette a disposizione del progetto di Latina apparecchiature di alto livello che pongono tuttavia il Centro al di fuori di quegli standard di eccellenza che rendeva questa iniziativa unica soprattutto sul piano della ricerca ponendo la provincia di Latina nel panorama nazionale, se non europeo. Chiediamo dunque a gran voce il rispetto dell'accordo di programma del 2015 che ha portato questa Provincia a stanziare somme proprie rinunciando ad investire quelle stesse somme nei settori di competenza proprio con lo spirito che ha sempre contraddistinto l'azione di questa amministrazione: intervenire a sostegno del territorio e a favore di iniziative che ne innalzino il livello della qualità della vita. Anche in considerazione delle recenti classifiche che vedono il territorio a bassissimi livelli per quanto riguarda l'offerta sanitaria, ci sembra impossibile se non incredibile pensare di giocare al ribasso su una iniziativa tanto importante e tanto attesa per la città di Latina, per l'intera provincia e certamente per tutto il territorio regionale".