La polemica attorno al centro di alta diagnostica non si placa. Ieri il Consiglio comunale di Latina ha approvato l'ordine del giorno di Latina Bene Comune che propone una rimodulazione del progetto originario facendo spazio al macchinario sostitutivo rispetto a quello previsto in origine. Un atto che certifica di fatto la morte del progetto, in quanto è chiaro che a questo punto l'accordo iniziale va annullato e poi rinegoziato. Ma dalla maggioranza restano convinti di aver fatto una scelta nell'interesse della comunità. "Latina Bene Comune esprime soddisfazione per la decisione presa, anche se con i soli voti della maggioranza, nel Consiglio Comunale di ieri, 30 novembre, in merito alla rimodulazione del progetto "Centro Alta Diagnostica" con l'impiego di una nuova tecnologia, così come bene esplicitato e suffragato da dati tecnico scientifici inoppugnabili, che evidenziano il miglioramento dell'offerta proprio grazie all' apparecchiatura Rm Prisma 3 Tesla. Consideriamo non solo deboli le ragioni che hanno portato l'opposizione ad insistere per il vecchio progetto, sorde a qualsiasi argomento, ma addirittura contrarie all'interesse della comunità, così come ha bene espresso il Sindaco, di cui sottoscriviamo parola per parola. È d'obbligo anche ricordare quanto già affermato dalla nostra esponente in consiglio comunale e specialista in radiologia, Maria Grazia Ciolfi:
"nulla cambia nella sostanza nella realizzazione di questo progetto, se non la sua rimodulazione in senso migliorativo, come ampiamente dimostrato dall'autorevole parere fornito dal Prof. Grassi, presidente eletto della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM) , vale a dire la più importante società di Radiologia del paese, deputata tra l'altro alla definizione delle linee guida da seguire nei protocolli applicativi della diagnostica per immagini, relativamente ad ogni metodica dall'ecografia, alla TC alla RM." Non comprendiamo questo accanimento contro ragioni che sono di buon senso, su un progetto ereditato e oramai datato di oltre sei anni, che deve necessariamente essere attualizzato. Tale atteggiamento è contrario ai principi di attenzione al bene comune, su un tema sensibile come quello della salute pubblica che dovrebbe essere ispirato unicamente a un grande senso di responsabilità verso la cittadinanza".

Questa invece la replica del Comitato Pro Alta Diagnostica di Latina

"In data 30 novembre, a colpi di maggioranza in Consiglio comunale, l'Amministrazione guidata di Sindaco di Latina dott. Damiano Coletta ha accettato la rimodulazione del progetto per il Centro di alta diagnostica contro la volontà espressa da un intero territorio (società civile, tessuto economico, Amministrazioni comunali e Provincia di Latina) facendosi scudo del parere espresso dalla Società italiana di Radiologia medica attraverso il prof. Roberto Grassi. Un consiglio la cui unica nota dominante è stata quella di delegittimare gli attori che hanno da sempre creduto nello sviluppo del centro di Alta Diagnostica così come da progetto originario, dando maggiore peso ai desiderata romani che non alle istanze locali. Il Comitato, composto delle organizzazioni cittadine mobilitatesi in difesa dell'alta diagnostica, aveva messo in guardia l'Amministrazione circa il rischio che un parere espresso da una società di radiologi chiamata a comparare una strumentazione radiologica (Rm 3 Tesla) e un'altra di medicina nucleare (ibrido Pet-Rm) potesse essere gravemente viziato da pur legittime ragioni corporative, e che un confronto fra due macchinari completamente diversi fosse inappropriato. Il parere del Prof. Roberto Grassi infatti non motiva la preferenza del Comune di Latina: non il mero aumento numerico della produzione di diagnosi era la finalità originaria del Centro. Scopo dell'opera era piuttosto quello di portare a Latina una strumentazione scientifica unica nel suo genere che potesse attrarre dall'esterno domanda sanitaria, ricerca e risorse nel nostro territorio, facendo da primo volano per il rilancio dell'economia locale.
Con il voto del 30 novembre l'Amministrazione comunale ha non solo diviso le istituzioni del territorio deputate alla sua tutela con grave danno alla compattezza dei nostri interessi, ma ha caricato sul Consiglio comunale una scelta autoreferenziale perché contraria a tutte le altre rappresentanze che hanno espresso il proprio parere sulla vicenda. Dopo il voto di ieri inoltre, l'Amministrazione comunale dovrà assumersi la responsabilità davanti ai suoi cittadini e alla Corte dei conti per tutti gli ingenti interventi strutturali eseguiti sulla struttura per l'esercizio della medicina nucleare, alla quale ha rinunciato con la delibera di ieri. Decine di migliaia di euro spesi nella struttura per l'espletamento della medicina nucleare per lavori che ora diventano superflui. Il Comitato nei prossimi giorni porrà in essere tutte le attività necessarie per mobilitare nuovamente la società civile e stimolare le istituzioni a ritrovare la compattezza necessaria per portare a Latina la Pet-Rm, svenduta con il voto consiliare senza una reale motivazione, soprattutto una volta dimostratosi superabile il precedente veto regionale e non essendoci documentazione alcuna del presunto rifiuto da parte di Fondazione Roma di procedere nel progetto originario qualora l'Amministrazione lo sposasse. L'impressione è che questioni tutte politiche stiano compromettendo l'unica certezza costituita dall'Accordo di Programma sottoscritto nel 2015 da Fondazione, Comune, Provincia ed Università. Il Comitato invita tutte le forze politiche a spogliarsi di qualsiasi partigianeria per tutelare davvero l'interesse e i diritti di Latina, prima di dover rimpiangere l'ennesima occasione di sviluppo perduta".