Può capitare anche nelle migliori famiglie che uno di casa prenda una direzione sbagliata, e quando accade, il capofamiglia, o entrambi i genitori, si vedano costretti a mettere in discussione il proprio ruolo di punto di riferimento del gruppo cui hanno dato vita. Sono momenti difficili, dai quali si può uscire soltanto prendendo atto della situazione e dando fondo alle proprie risorse, quelle umane prime fra tutte, per tentare di ribaltare l'ordine delle cose e ristabilire le regole che dovrebbero informare le condotte di casa. In genere, la presa di coscienza dà il via ad un nuovo percorso di vita, all'inizio traumatico, e qualunque sia la strategia scelta per cercare il riscatto, quello che conta davvero è la consapevolezza dell'impegno prestato alla causa, unitamente al coraggio di mettersi in discussione. E' esattamente quello che i cittadini si aspettano oggi dai sindaci di Latina, di Cisterna e dal presidente della Provincia, che incidentalmente è lo stesso sindaco di Cisterna. Quest'ultimo, Eleonora Della Penna, non è complice degli arrestati e non è oggetto di alcuna contestazione, ma dagli atti della Procura e da quelli del Tribunale emerge in tutta la sua chiarezza che il sindaco di Cisterna e il Presidente dell'Amministrazione provinciale, la stessa persona, erano consapevoli di quanto andava succedendo in Comune e in via Costa. Ma oggi è evidente che non ha preso, né qua né là, le dovute contromisure. E siccome parlando di Eleonora Della Penna siamo nella sfera della politica e dell'amministrazione, non serve stare a domandarsi per quale ragione il sindaco di Cisterna o il Presidente della Provincia non abbia voluto o non abbia potuto porre mano e rimedio alle condotte censurabili di cui era al corrente: conta soltanto che non lo abbia fatto, o che si sia limitata a farlo in un paio di circostanze e basta. Il che, politicamente, è un disastro. Così come è un disastro politico quello che ha azzoppato il sindaco di Latina Damiano Coletta, il paladino della legalità che ieri ha visto finire agli arresti il suo assessore di punta, Gianfranco Buttarelli.
E' vero che Buttarelli avrebbe commesso i fatti che gli vengono contestati quando era in servizio al Comune di Cisterna, ma qui il sindaco di Lbc sconta il peccato di aver messo insieme morale e politica, quella miscela incendiaria con cui in campagna elettorale ha dato l'assalto alla vecchia amministrazione comunale, una miscela con la quale si è già scottato qualche volta, adesso addirittura ustionato.
E' davvero sufficiente ringraziare Buttarelli per la rapidità con cui si è dimesso da assessore del Comune di Latina e rimettersi alla correttezza della magistratura secondo un copione stucchevole e inutile? Tutto qui? E il resto? Nemmeno le scuse ai cittadini per aver preso un abbaglio, o per essersi lasciato trarre in inganno come un pivello.
Torniamo alla famiglia. Per una madre o un padre costretti a prendere atto di un fallimento, non esiste l'istituto delle dimissioni, perché si resta genitori a vita, e perciò di fronte all'errore, alla svista, ci si rimboccano le maniche e si va avanti. Oppure, come fanno gli incapaci, si rinuncia all'esercizio del ruolo. Nella politica non può essere così, dovrebbe essere tutto più semplice, perché non si è sindaci o presidenti a vita, lo si può essere soltanto pro tempore, e dunque finché si è in grado di ricoprire il ruolo.
E' di tutta evidenza che oggi Eleonora Della Penna, cui va tutta la nostra simpatia umana, non ha più gli strumenti per continuare a tenere insieme il Comune di Cisterna.
E lo stesso pensiamo del sindaco Damiano Coletta, che non sembra in grado (non lo sarebbe chiunque) di mantenere inviolata la trincea della legalità, la bandiera che lo ha portato alla guida del Comune.
L'uno e l'altra dovrebbero avere l'umiltà e il coraggio per dimettersi, perché è l'unica condotta che potrebbe metterli sul piano su cui loro stesso hanno voluto collocarsi, un piano diverso rispetto a quanti li hanno preceduti. E sarebbe anche l'unico modo per manifestare rispetto nei confronti di coloro che li hanno voluti alla guida di un Comune. Un ruolo al quale entrambi si sono volontariamente candidati promettendo di essere pronti a tutto pur di curare gli interessi della collettività che avrebbero rappresentato. E visto che oggi l'interesse di Cisterna e di Latina è lo stesso di sempre, cioè che si faccia piazza pulita delle schifezze che offendono le due città, è arrivato il momento di dimostrare di essere pronti a tutto. Anche di andare a casa, se proprio non si è in grado di imprimere un'inversione di rotta.