Alla rimonta Stefano Parisi adesso ci crede. Al punto che ripete: «Chi vuole lasciare le cose come stanno, voti Zingaretti. Ma chi ha come obiettivo quello di cambiare davvero il Lazio, allora voti per il sottoscritto e per il centrodestra».
Ha il sostegno di Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Energie per l'Italia (formazione della quale è segretario nazionale) e Noi con l'Italia. Nato a Roma il 12 novembre 1956, Stefano Parisi è stato city manager di Milano e si è anche candidato a sindaco del capoluogo lombardo.
Allora Parisi, siamo all'ultima curva prima della volata finale. Sensazioni?
«Molto buone. C'è una grande carica propulsiva in vista dello sprint. Inoltre noto una straordinaria motivazione. Abbiamo recuperato moltissimo, l'elettorato è contento della mia candidatura e della coalizione e posso affermare che nelle province siamo in vantaggio. A Roma ce la giocheremo».
Il centrodestra è partito tardi con la sua candidatura.
«Mi sto convincendo che siamo partiti al momento giusto. Probabilmente è Zingaretti ad essere partito troppo prima e adesso è a corto di fiato. Fra l'altro l'unità del centrodestra viene "percepita" e alla fine si dimostrerà il valore aggiunto decisivo. Con la manifestazione unitaria di Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini ci sarà il sorpasso. D'altronde ho sempre detto che il fatto di votare nello stesso giorno per politiche e regionali avrebbe avuto un peso. Il vento soffia forte nella direzione del centrodestra. In più, con un'affluenza superiore al 70%, ci sarà un ulteriore scatto».
Non crede che in una partita così equilibrata la candidatura di Sergio Pirozzi alla fine divide il centrodestra?
«Il centrodestra siamo noi. Alla fine il voto si polarizzerà tra gli schieramenti maggiori. Non penso che Sergio Pirozzi otterrà un risultato decisivo per gli equilibri politici della Regione Lazio».
Scusi Parisi, però Nicola Zingaretti ha portato il Lazio fuori dal commissariamento della sanità. Non crede che questo possa essere un fattore importante?
«La fine del commissariamento della sanità è stato solo annunciato, per il 31 dicembre 2018. In ogni caso la sanità non è stata risanata, né dal punto di vista finanziario né da quello del servizio. Zingaretti ha tagliato i costi, ma il Lazio ha, in termini di qualità, uno dei servizi più bassi della sanità rispetto al resto del Paese. Nel nostro programma al primo punto c'è la riduzione della pressione sui Pronto soccorso. Come? Intanto con un presidio ambulatoriale h24, 7 giorni su 7, rilanciando i medici convenzionati con il criterio della presa in carico: a questo scopo serve il fascicolo sanitario elettronico. Poi va sviluppata l'assistenza domiciliare, aumentando le residenze per gli anziani. Naturalmente tutto questo non basta: vogliamo investire in innovazione tecnologica e nell'edilizia sanitaria. Un altro punto fondamentale è quello di adottare protocolli di prevenzione, con vantaggio sui ticket. Infine, intendiamo sostenere i sistemi assicurativi e mutualistici: è un modo per aumentare il valore della spesa sanitaria nella nostra regione».

(Intervista completa su Latina Oggi del 24 Febbraio 2018)