Il tetto del Palazzo comunale di Priverno è stato messo in sicurezza. Anche se i lavori non possono considerarsi conclusi. Infatti, per poter procedere con ulteriori interventi, occorre seguire tutta una procedura e disporre di strumentazioni di sicurezza adeguate. Tutto era iniziato dal violento nubifragio dell’8 agosto, cui aveva fatto seguito un’altrettanto violenta tromba d’aria. Molte tegole erano state divelte, alcune frantumate e finite della grondaia e i lucernari danneggiati. Considerata la situazione particolare, il responsabile del Dipartimento Demanio e manutenzione del Comune, ing. Domenico D’Achille, contattò l’impresa artigiana locale “Nello” di Aniello Di Ruocco, specializzata nel restauro di edifici storici e civili, per un sopralluogo. 

Al termine del quale si riuscì a valutare solo approssimativamente i danni reali. In ogni caso, nei giorni scorsi, tecnici ed operai dell’impresa Di Ruocco hanno lavorato sul tetto del Palazzo civico, imbracati e allacciati alle travi portanti della struttura, per eliminare tutte quelle situazioni che avrebbero potuto provocare danni non solo al Palazzo, ma anche ai cittadini, visto che insiste su due luoghi fortemente frequentati: Piazza Giovanni XXIII e Via Consolare. Così sono state rimosse oltre un centinaio di tegole e tamponato i danni ai lucernari e ai cornicioni. Ma, per poter completare i lavori occorre seguire una procedura particolare, trattandosi di edificio pubblico, con interessamento dei Beni culturali.

Aniello Di Ruocco ha già contattato una ditta capace di fornire le cosiddette torrette in quota per assicurare i lavoratori, imbracati e garantiti da cordicelle di acciaio del diametro di 2 cm per poter operare senza correre rischi. Sulla Rete continua il dibattito sull’accaduto, con l’apprezzamento per quanto l’impresa artigiana privernate, d’intesa con il Comune, sta facendo per riportare alla “normalità”il Palazzo di Piazza Giovanni XXIII. Intanto, si è appreso che, quando si potrà diventare operativi per completare i lavori, si procederà anche a rimettere al suo posto la Crocetta della cattedrale di Santa Maria, ora adagiata sul tetto, nella cui palla di ottone sarebbero custodite reliquie di Santi.