Una piscina di 66 metri quadrati potrebbe sembrare un’opera di poco conto dal punto di vista urbanistico. Ma non nel Parco nazionale del Circeo, dove ogni minimo cambiamento potrebbe avere delle ripercussioni su ampia scala per quel che riguarda l’ambiente circostante. Questo uno dei tanti motivi che hanno portato l’ente a respingere l’istanza di un privato per un’opera - tra l’altro già realizzata in modo irregolare anni fa, tanto da finire all’epoca sotto sequestro - in area agricola. A parlare chiaro è l’esame effettuato dal servizio Biodiversità e Reti ecologiche del Parco, necessario visto che parliamo di una zona di protezione speciale. Il manufatto in questione - si legge - andrebbe a creare «interazioni» con la «batracofauna», ossia gli anfibi: rane e rospi. Ci sarebbero sì degli aspetti positivi, ma anche parecchi lati negativi. «Vista la stagionalità dell’utilizzo ai fini della balneazione e la relativa gestione della piscina per tale scopo», le interazioni «potrebbero interferire con la presenza delle succitate specie fruenti gli ambienti acquatici», specie nel periodo riproduttivo, «e con la catena alimentare a essi collegata». Ma non solo questo. «Durante il periodo di non funzionamento, la piscina potrebbe divenire una “trappola” proprio per tali specie, nonché per piccoli mammiferi insettivori che una volta entrati nella vasca non riuscirebbero a uscire qualora presente un basso livello d’acqua nell’invaso superficiale». Infine, un’altra criticità: l’uso della risorsa acquatica. «Si ricorda che nell’area della piana Pontina, a causa dell’eccessivo emungimento da falda per utilizzo agricolo, si ritiene degna di particolare attenzione la problematica della criticità degli acquiferi. In particolare dell’abbassamento della falda stessa e dell’intrusione salina. Pertanto anche l’utilizzo della risorsa acqua prelevata da pozzo non dovrebbe essere sottovalutata». Infine, ma non da meno, il fatto che il Prg indica quell’area come agricola, col progetto ritenuto in contrasto con la misura di salvaguardia del Parco. Motivo per cui l’istanza è stata respinta al mittente.