Piccoli numeri insignificanti: sono scesi da migliaia ad alcune decine. Nessuno se ne è accorto. Sono gli appuntamenti della prevenzione contro il cancro al seno, quattro numeri (ora, giorno, mese) per ciascuna donna che fa parte dello screening consigliato entro le fasce d'età più a rischio, fiore all'occhiello della sanità nel Lazio, con copertura praticamente totale della fascia compresa tra i 50 e i 69 anni. La Asl di Latina sta diradando quegli appuntamenti perché non può permettersi di tenere i tecnici specializzati nelle mammografie. Sono sei, tutti precari, erano stati assunti nel 2015 proprio al fine di garantire la prevenzione, tra dieci giorni scade il loro ultimo contratto che non potrà essere rinnovato perché mancano i requisiti base. E la vicenda è già finita più volte sul tavolo dei sindacati, della direzione Asl, della stessa Regione. Un caso come altri, nato con i contratti precari in sostituzione delle assunzioni bloccate. L'azienda è consapevole che dovrà presto fare a meno dei tecnici specializzati in mammografia e infatti ha attinto dalla graduatoria generale altri tre radiologi ma non specializzati. Alcuni di loro una mammografia non l'hanno mai fatta e non sanno com'è incontrare una paziente che ha già avuto il cancro e si presenta per i controlli, ossia una delle situazioni più complesse per un operatore sanitario. Risultato: da maggio scorso le convocazioni delle pazienti che rientrano nel programma di monitoraggio sono drasticamente diminuite e adesso è a rischio anche il mese del «Nastro rosa» che dovrebbe partire ad ottobre. Tra luglio e agosto le convocazioni sono state alcune decine, per settembre è stato riempito il calendario solo per le pazienti di Ponza e Ventotene, per il resto lo screening mammografico si può dire che è bloccato.