Si è conclusa sulle note di Bella Latina, eseguita dalla banda della città Gioacchino Rossini e cantata dai giovanissimi della scuola primaria, la cerimonia per i festeggiamenti per gli 85 anni dall'inaugurazione della città di Latina, già Littoria. Le celebrazioni, come avviene ogni 18 dicembre, si sono tenute in piazza del Quadrato, ai piedi del Monumento al Bonificatore, dove come di consueto è stata posta una corona alla presenza del sindaco Damiano Coletta, del Prefetto di Latina Maria Rosa Trio e delle autorità militari e civili, oltre che di un nutrito gruppo di cittadini.
Ed ecco gli auguri del sindaco alla città di Latina:
"Quest'anno Latina celebra i suoi 85 anni. Se ci si pensa bene un "soffio" rispetto alla storia millenaria di questo territorio che ha visto abitanti protagonisti Volsci e Romani, Latini e Troiani. Un motivo in più per ripensare la città in modo diverso, affidandole un ruolo di capoluogo vero, di riferimento non solo per il suo territorio ma per l'intera provincia. 
Noi abbiamo iniziato lo scorso anno un percorso in questa direzione, un percorso che ponesse le sue basi su una solida legalità, sul rispetto delle regole, sulla necessità di tutelare gli interessi di tutti i cittadini ponendoli al centro del nostro lavoro. Abbiamo trovato qualche difficoltà, lo ammettiamo, ma pensiamo di aver cominciato a parlare un linguaggio nuovo, un linguaggio che deve essere posto in cima a tutti gli altri, ossia quello di riuscire a tutelare le esigenze dei più sugli interessi dei singoli.
Cosa abbiamo fatto? Credo che abbiamo semplicemente rimesso al centro il diritto della persona in quanto parte della comunità in funzione del bene comune. E lo strumento di questo processo è la partecipazione. Il tavolo del decoro urbano, le manifestazioni di interesse per le proposte culturali, l'imminente approvazione del Regolamento per la gestione condivisa del bene comune rappresentano tutti tasselli del mosaico di un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica attraverso la condivisione con i cittadini. Che poi è un modo di amministrare che sta trovando molti altri esempi positivi nel nostro Paese e che probabilmente sta indicando una strada e una direzione verso cui andare. Partendo dalle esperienze dal basso, dalla gente, che poi è la gente che fa la storia.
Questo che abbiamo fatto non è un vanto, ma semplicemente buona amministrazione verso ciò che è e si chiama Comunità. Perché noi dobbiamo capire che la comunità siamo noi, che il bene di tutti è il bene di ognuno di noi. E che soltanto il bene di tutti può favorire una vita sociale sana e integrata. Il Comune è il luogo dove si gestisce, nella maniera più trasparente possibile, l'amministrazione della comunità. Perché noi dobbiamo sforzarci di pensare che il Comune è il Padre o la Madre della famiglia cittadina, è colui che deve pensare a gestire meglio le finanze di tutti, perché le finanze di un Comune sono le nostre finanze, nostre di noi tutti cittadini, e se qualcuno, tra i cittadini, non rispetta le regole non è un furbo, ma è colui che sta tradendo la fiducia di noi altri cittadini onesti.
Negli ultimi decenni mi è parso di vedere nella nostra società, ma direi nel mondo intero, una grave crisi del vivere sociale, comunitario. Quando andavo a scuola ricordo una materia che mi piaceva tanto: l'educazione civica. Cos'è l'educazione civica? Praticamente consiste nell'educazione dei cittadini a vivere con gli altri e risale alle prime teorie formulate da Platone nell'antica Grecia e da Confucio in Cina. Nel 1958 arrivò in Italia, grazie ad Aldo Moro, l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole medie e superiori. Fu un'intuizione geniale, anche se mai è riuscita a ritagliarsi quel ruolo che invece le appartiene. E' infatti su una buona educazione civica che si conoscono i propri diritti come anche i propri doveri. Il rispetto per gli altri come per le regole, la comprensione che lo Stato siamo noi cittadini, che le tasse non sono soldi buttati nelle casse dello Stato, ma servono per costruire strade, scuole, ospedali, servizi, servono a stipendiare gente che si occupa di noi e dei nostri figli, della nostra salute, della nostra sicurezza e sono spesso indispensabili per creare benessere a tutti.
Bisogna uscire da questa logica che lo Stato, il Comune sono qualcosa di estraneo a noi. Ecco perché il nostro compito rimane quello di creare finalmente una comunità latinense con grande orgoglio. Ottantacinque anni sono ancora pochi per fermarci e dire che non possiamo costruire una Comunità forte, una Latina diversa e migliore di quella che è stata e ci è stata raccontata. Lo dobbiamo fare, abbiamo il dovere di farlo.
Una Latina accogliente, solidale e più sicura. Il tema dei migranti va affrontato con la giusta lucidità, il giusto pragmatismo e con una visione di prospettiva. Non si tratta più di un fenomeno emergenziale ma di un fenomeno di strutturale e storico ineludibile con il quale avremo a che fare per i prossimi 50 anni e che richiede riforme strutturali. E' necessario affrontare il fenomeno con un cambio culturale e sicuramente con una politica governativa diversa che non lasci i sindaci da soli insieme alle prefetture. Va scisso una volta per tutte il problema dell'immigrazione dal problema della sicurezza, altrimenti perderemmo entrambe le sfide. La sicurezza è un diritto di ogni cittadino ed un dovere da parte di chi è preposto per tutelarla, sindaci compresi per quanto è nelle loro possibilità.
Latina città della partecipazione e del Bene Comune. E noi che ora amministriamo questa città chiediamo a tutti questo scatto d'orgoglio, perché soltanto attraverso la partecipazione di tutti possiamo pensare di crescere, migliorarci e divenire una grande Comunità, quella Pontina, che rivendica non solo gli 85 anni di Latina, ma anche i millenni di storia che hanno preceduto la stupenda opera della bonifica, patrimonio dei nostri padri. Partecipazione significa consapevolezza delle scelte e condivisione della gestione del Bene Comune. Ciò che è pubblico non è dello Stato, ma è un bene che appartiene alla collettività. E' questo il passaggio culturale che il cittadino latinense deve fare. E lo farà proprio attraverso la cultura, attraverso la partecipazione nella raccolta dei rifiuti perché l'azienda speciale appartiene a tutti noi, così come mi auguro torni ad appartenere alla collettività l'acqua, il bene comune prioritario assoluto. 
Latina città della libertà attraverso la legalità. Il cambiamento passa innanzitutto attraverso la scrittura ed il rispetto delle regole. E gli almeno 15 regolamenti approvati, tra cui il nuovo Statuto comunale e il Piano anticorruzione, rappresentano le fondamenta su cui poter costruire questa nuova fase della storia della città. Le regole vissute e percepite non come uno strumento coercitivo, ma come certezza del diritto e come garanzia di libertà. La libertà attraverso il rispetto delle regole e attraverso l'etica della legalità. E le ultime vicende giudiziarie non devono farci arretrare di un cm, anzi devono darci la consapevolezza che il cammino è lungo e difficile ma deve essere fatto. Anche attraverso i possibili errori. Per questo vogliamo istituire quanto prima una commissione consiliare dell'antimafia che amplifica la lente di osservazione sulla gestione delle gare e degli appalti, il settore più delicato e complesso dell'amministrazione pubblica. 
Latina città della cultura e città internazionale. La crescita e lo sviluppo economico della nostra città passa anche e soprattutto attraverso la cultura. Il fermento culturale che già da anni è presente nella nostra comunità va ulteriormente valorizzato. La vicinanza con Roma deve essere un'opportunità e non una limitazione. Prova ne siano il livello qualitativo delle mostre e l'inserimento in un Sistema culturale integrato che rappresenti valorizzazione e volano delle nostre risorse. Risorse anche paesaggistiche ed enogastronomiche.
Latina città dell'attuazione della Costituzione. Il 22 dicembre ricorre il 70° anniversario dell'approvazione in Parlamento del testo della Costituzione italiana mentre il 1° gennaio prossimo ricorrerà il 70° dall'entrata in vigore della Costituzione. La nostra Costituzione è un programma di governo la cui osservanza diventa una linea guida che qualsiasi amministratore dovrebbe seguire. E questa amministrazione sta cercando di attuarla. In occasione di questa ricorrenza voglio ricordare e dedicare a tutti i cittadini l'articolo 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". L'articolo 3 è un articolo simbolo in questo momento storico, voglio citare Pertini, uno dei padri della nostra patria: "Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà".