Chi nel Lazio finanzierà il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico otterrà sconti sulle tasse. Un esperimento quello che sta tentando la Regione con l’«Art Bonus», volto a far crescere il territorio e a preservare la cultura locale, presentato ieri mattina, in conferenza stampa, dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dal ministro per i beni culturali, Dario Franceschini.
«Il Lazio - ha sottolineato il presidente Zingaretti - è la prima Regione in Italia che utilizza l’Art Bonus. Un investimento sul futuro di tutti». Un’iniziativa che mette insieme istituzioni, cittadini e imprese. Più nello specifico, l’obiettivo di tale esperimento è quello di rivitalizzare la ricchezza diffusa dei beni del patrimonio artistico del Lazio, renderli aperti e fruibili, sostenendo il turismo e creando occasioni di lavoro e sviluppo. Il piano prevede sgravi fiscali con l’art bonus nazionale (65% di recupero fiscale in 3 anni), sponsorizzazioni, concessioni a canone ricognitorio, ed eventi speciali di raccolta fondi (visite guidate, anteprime, aperture speciali, sopralluoghi al cantiere). Per far partire il programma di valorizzazione sono stati individuati 11 beni.
Già tutto pronto per 3 beni in pieno possesso della Regione, che hanno già anche un programma ben definito di interventi: il castello di Santa Severa, il Palazzo Doria Pamphilj a San Martino al Cimino, e la ex Gil, esempio di architettura razionalista di Luigi Moretti, a Roma. Gli altri beni sui quali il piano intende intervenire sono poi l’abbazia di San Magno a Fondi, di proprietà della Regione Lazio ma concessa alla Fraternità di San Magno,
Villa Ponam a Rieti, oggetto di commissariamento ad acta e di recupero del pieno possesso del bene entro il 31 dicembre, Santa Maria della pietà, a Roma, la Torre Medioevale e il Borgo di Palidoro, a Fiumicino, il Complesso di San Domenico, Villa Cantarano e Palazzo Caetani, a Fondi, Palazzo Calabresi, a Viterbo, il Castello di Roccarespampani, a Monteromano, e la Certosa di Trisulti, a Frosinone, l’unico bene che non è di proprietà della Regione, ma su cui la Regione si sta già impegnando per il recupero con un ticket da 100.000 euro con un «accordo di collaborazione» tra assessorato alla cultura e polo museale del Lazio.