Il sito dell’ex Rossi Sud sarebbe dovuto diventare tante cose da quel 12 gennaio del 1994 quando l’allora Amministrazione lo acquistò per circa sei miliardi. Vari progetti, differenti obiettivi e parecchi altri soldi (parte dei quali contributo della Cee e mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti) raccontano la storia complessa di questa vasta area pontina, con la Provincia che assunse un ruolo centrale allorché fece sua la scommessa di recuperare e trasformare totalmente le sembianze dell’opificio industriale di via Monti Lepini per renderlo un centro di eccellenza del territorio. Era il febbraio del 2013 quando fu inaugurato con una solenne cerimonia il “Polo Fieristico”, per poi essere ripensato quale complesso destinato alla promozione di cultura, creatività, socialità. Idee, ‘sogni’ di grandezza frenati negli anni da problemi burocratici, o da altre situazioni approdate anche in cronaca.
Le storie, qui dalle nostre parti, si sa spesso vanno a finire così, ma sarà forse per quegli strani casi che ogni tanto si diverte a creare il destino, che un possibile riscatto dell’area passi ora attraverso un Maestro che di ‘storie’ si è sempre appassionato: Michele Placido. Ed è un riscatto che incoraggia le più rosee prospettive in campo artistico e culturale. La Latina Film Commission, presieduta da Rino Piccolo, sarà infatti la prima d’Italia ad avere una Scuola formativa per professioni legate al cinema, alla regia, alla recitazione e a quanto ruota intorno al mondo dello spettacolo. Una Scuola che nasce da un’idea dello stesso Placido che del Centro assumerà la direzione artistica. Si è rafforzato nel corso della realizzazione del film "7 minuti", girato lo scorso anno a Latina, il feeling fra l'attore pugliese che ne curava la regia, Rino Piccolo e la nostra città.
Da allora il Maestro ha dichiarato più volte di avere dei “progetti pontini”.
Ieri, nella sede dell’ex Rossi Sud dove stava tenendo una Masterclass, lo abbiamo avvicinato.


Una Scuola nazionale d’Arte, e un direttore artistico il cui nome è sicura garanzia. Perché la scelta di Latina?
«La base di una scuola che abbia una certa tipologia di ambizioni è lo spazio. Voi avete una ricchezza tale, e solo a un’ora da Roma, che può diventare luogo di un progetto interessante. L’ho pensato subito quando ho visto l’area dell’ex Rossi Sud. Ritornando presso la Film Commission, confrontandomi con Piccolo, mi sono convinto a riprendere l’idea»


Che tipo di Scuola sarà?
«Il disegno comprende tre sezioni. La prima riguarda la recitazione, ed è naturale per me che mi identifico soprattutto come attore e come regista di attori. Poi, ragionando con Massimo Ferrari, un professionista dalle notevoli capacità e con un enorme potenziale nel settore del documentario, dei video e oltre, abbiamo pensato anche ad una sezione collegata al corto, un campo che oggi va molto. Con la terza sezione entriamo nello specifico tecnico. Ho ragionato con Arnaldo Catinari, uno dei migliori direttori della fotografia che abbiamo nel nostro paese, sulla possibilità di lavorare anche sul supporto fotografico, magari anche con la collaborazione del DIT (Digital Imaging Technician) Davide Leone, un professionista che partecipa a tutti gli effetti al camera department. Insomma c'è una grande possibilità di mettere insieme nomi importanti, fino a toccare il piano scenografico, quello sartoriale e ciò che riguarda l'aspetto tecnico della realizzazione di un prodotto filmico».
Quali sono i tempi previsti? E la Scuola ha già un nome?


«Si chiamerà ‘Arti e Mestieri dello spettacolo’ e aprirà il prossimo settembre. Il sogno è di arrivare ad includere anche la musica, il canto, perché di scuole di questo tipo non ce ne sono moltissime. Puntiamo ad abbracciare più mestieri possibili, pensando anche alla formazione di tecnici e alla riscoperta del valore dell'artigianato. Ogni volta che torno in questo spazio e vedo questo deserto mi si stringe il cuore, e credo che possa essere la volta buona per un rilancio, mettendo intorno ad un tavolo persone competenti».


Una Scuola del genere avrà bisogno di fondi?
«Ora dobbiamo guardare anche alle possibilità finanziarie. I fondi ci vorranno, le ore in qualche modo devono essere retribuite. Non abbiamo intenzione però di presentarci come ‘quelli assistiti dallo Stato o dalla Provincia’ (realtà che possono contribuire). La Scuola è finalizzata a formare professionisti, sarà aperta a persone pronte ad investire sul proprio futuro e ad affrontare quindi la spesa di una quota che stabiliremo in termini accessibili, a livello popolare».
«Questi locali - conclude Piccolo indicando gli spazi della Film Commission - sono nostri a tempo indeterminato. Metterli a regime, e farli vivere d’arte rappresenta un’esperienza di alta formazione seria, pulita e priva di qualsiasi ombra di speculazione».