Terracina si svegli e metta in atto una seria politica per il turismo. È l’operatore turistico Antonio D’Ettorre a suonare la sveglia, sfruttando anche il periodo di campagna elettorale in cui notoriamente i politici sono più attenti a recepire le richieste altrui. “In tutti questi anni – scrive in una nota - non c'è mai stata una politica per il turismo, mai è stato attuato un serio piano di sviluppo turistico, solo alcuni interventi sporadici”. D’Ettorre punta un tasto dolente della campagna elettorale, quando ognuno dà idee ma nessuno dice come realizzarle. “Molti parlano di turismo in maniera generica, nessuno è in grado di dire come svilupparlo. Dobbiamo affermare lo sviluppo del turismo sulla Riviera di Ulisse, perché non bisogna parlare solo di Terracina, ma dell'insieme della Riviera di Ulisse, oggi non e una città da sola che fa attrazione ma un territorio.

Siamo vincenti se tutta la riviera si afferma sui mercati turistici nazionali ed internazionali. Oggi la destinazione Terracina e Riviera di Ulisse è ferma, mentre le altre località si promuovono, creano iniziative, partecipano a fiere del turismo, organizzano educational tours, con agenti di viaggio e giornalisti del settore”. D’Ettorre precisa che è cambiato il modo di pensare il turismo. “Il meccanismo degli anni 60/70 caratterizzato con gli arrivi per villeggiature dalle città più vicine, come Roma, Napoli e la provincia di Frosinone, basato sui classici periodi estivi di ferie delle famiglie, è andato esaurendosi con gli anni. Quello che è stato fatto si deve solo a iniziative solitarie di tour operator  locali, come quello sul mercato di lingua russa e su quello della Scandinavia. Flussi che a differenza del mercato turistico italiano chiedono altri servizi rispetto alla clientela italiana e che ha trovato la città di Terracina e le altre città della riviera impreparate”. Bisogna rivedere il modo di vedere commercio, settore alberghiero, promozione turistica. D’Ettorre invita quindi i candidati a confrontarsi sulle risorse del mare, i beni archeologici culturali, la ricettività, la questione delle seconde case.