Aderire allo Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per evitare i centri accoglienza straordinari gestiti direttamente dalla prefettura. È la proposta dell’associazione “Ala sociale” guidata da Marco Senesi, che sul tema dell’accoglienza di migranti esordisce: «Inutile alzare delle barricate». Il sistema è organizzato centralmente e passa per le prefetture, ma, aggiunge Senesi, una soluzione c’è: «Chiediamo che il nostro Comune si adoperi per per aderire al progetto Sprar, evitando così di realizzare sul nostro territorio la presenza di Cas “Centri di accoglienza straordinaria”». I vantaggi sarebbero molteplici: «Il Comune avrà modo di gestire e non subire» l’accoglienza, dice Senesi, ma non solo: «Si attiveranno tutta una serie di servizi, he tipo di accoglienza fare, o sblocco del turnover amministrativo, ovvero la possibilità per un ente di assumere un nuovo dipendente». L’accoglienza, inoltre, è fissata a 2,5 persone per 1000 abitanti. La filosofia di fondo dell’approccio allo Sprar è che, vista in una prospettiva di lungo termine, più che le barricate, occorre organizzarsi. «La nostra richiest arriva al fine di garantire una sana e corretta accoglienza in sinergia con la nostra comunità e con la nostra città».