Alla scuola “Manzi” il presepe c’è. Qui, nel piccolo plesso che raccoglie materna e elementari, maestre, genitori e bimbi, appaiono anni luce avanti rispetto alla sterile polemica sulle tradizioni da rispettare. C’è spazio per tutti. Anche e soprattutto per gli ultimi.

Così è spuntato, nell’atrio della scuola, un presepe tutto particolare. Gesù bambino giace nella sua proverbiale culla di paglia, ma invece che in una grotta nascerà su un barcone. Uno di quelli che arrivano sulle nostre coste tutti i giorni, con centinaia di migranti. Proprio così: se il cristianesimo è la religione dell’accoglienza, e se Cristo si è fatto ultimo tra gli ultimi, allora i bambini è bene che capiscano da subito chi sono tutti quei disperati che ogni giorno sbarcano nel nostro Paese.

Così, dietro al bambinello è stata posizionata una grande fotografia che immortala proprio uno di quei barconi carico di migranti. Una scelta precisa, ragionata, che evidentemente rifiuta ogni presa di posizione pro o contro i presepi, e dimostra che si può fare un presepe dell’accoglienza. C’è anche una lettera dei bambini e delle maestre indirizzata proprio a Gesù, per spiegare a lui i motivi di questa scelta: «Per questo Natale - si legge - abbiamo immaginato di vederti nascere su un gommone di profughi, ultimo tra gli ultimi a portare lo stesso messaggio di 2000 anni fa: Amatevi. Il tuo amore è dono di sé e accoglienza, condivisione. Aiutaci, oggi più che mai, ad abbracciare ciò che è umano e aborrire ciò che è disumano. Firmato, i bambini della scuola primaria Manzi». C’è altro da aggiungere?