Carte e scartoffie, ecco come le imprese agricole sono sommerse dalla burocrazia. È l’ex assessore ai lavori pubblici ed esponente di Fratelli d’Italia, Pierpaolo Marcuzzi, a prendere posizione a favore di un settore, quello agricolo, senza bussola. Per colpa di istituzioni che – sostiene – invece di aiutare le imprese, le riempiono di pratiche e burocrazia. Il riferimento va alle agevolazioni fiscali riguardo ai carburanti per le macchine agricole, un aiuto che nel tempo si è trasformato in un boomerang.

“Le imprese per poter richiedere le agevolazioni fiscali – spiega Marcuzzi - al momento della compilazione della domanda devono risultare iscritte nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio ed aver costituito e/o aggiornato il proprio fascicolo aziendale presso un Centro di Assistenza Agricola (CAA). Fino a poco tempo fa quando veniva assegnato il carburante agricolo a prezzo agevolato la pratica si sbrigava tramite presentazione di un modello cartaceo sul quale l’utente riportava i propri dati anagrafici, i dati aziendali, le colture ciclo per ciclo, e le superfici di terreno ad esse associate. Successivamente l’ufficio competente valutava l’esattezza dei dati e procedeva all’assegnazione della quota di carburante spettante”. Ma col passare degli anni, la cosa da semplice si è andata man mano complicando. “Ad esempio – sottolinea Marcuzzi - sono più di 10 anni che  non sono  stati aggiornati i coefficienti di calcolo per l’assegnazione del carburante, quindi tuttora sono tenute fuori dalle assegnazioni voci di lavori che vengono effettuati sia preliminarmente alle semine e trapianti sia per quanto riguarda i lavori successivi. Va evidenziato che oltre all’aumento di burocrazia e ai costi aggiuntivi per presentare la documentazione completa hanno anche ben pensato a fare tagli sulle assegnazioni del carburante, prima sono partiti con un 5% annuale fino ad arrivare al 2015 a ridurla complessivamente del 23%”. Tagli e scartoffie, insomma, hanno peggiorato e non poco la situazione. Con una novità che non lascia ben sperare. “La Regione Lazio ha stabilito di confermare la stessa decurtazione del 2015, inoltre ha deciso di procedere all’assegnazione del carburante solo dopo che l’agricoltore abbia provveduto a riportare sul famigerato fascicolo aziendale il tipo di cultura piantumata, su quale particella catastale e superficie viene utilizzata per quella lavorazione e questa trafila va ripetuta ad ogni ciclo di coltivazione (semina/ trapianto/ lavorazioni e raccolta). Un caos – sbotta Marcuzzi -. Praticamente se si facessero 5 cicli di lavorazioni su un lotto di terra in un anno bisognerebbe andare ad aggiornare il fascicolo aziendale ogni volta. Immaginate il tempo, i soldi e la carta  che si spreca a sistemare il fascicolo, aggiornalo e farsi assegnare due volte il carburante,  tutto questo per colpa di chi ci sta governando e non sa nemmeno da che cosa nasce e come cresce una zucchina”.