Fino alle scorse ore sembrava che Velletri, in un modo o nell’altro, non fosse stata toccata dal dolore per la perdita di vite umane a causa del terremoto di mercoledì notte. Purtroppo, però, il destino ha voluto che si debba piangere anche ai Castelli Romani.

Sotto alle macerie di una casa di Amatrice, infatti, ha perso la vita il 79enne Nicolò Piazza, storico segretario comunale veliterno fra gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, rimasto legatissimo al territorio nonostante non fosse originario della città dei Colli Albani in cui ha lavorato per molti anni.

Per ricordarlo abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Velletri, Fausto Servadio, amico personale di Piazza e autorità istituzionale che, fra le prime, ha raggiunto Amatrice per sincerarsi dell’accaduto in qualità di presidente dell’Anci Lazio.

«Oltre al cordoglio per questa grave perdita - ha esordito Servadio - porto nel cuore un grande dispiacere poiché Nicolò era un amico e lo conoscevo molto bene. Sono rimasto subito colpito quando, parlando col sindaco di Amatrice nella mia visita ai luoghi terremotati, mi è stato comunicato che la moglie di Nicolò si era salvata ed era stata trasportata all’ospedale di Ascoli Piceno. Ho subito chiesto notizie di lui, ma risultava disperso e, fin da subito, si presumeva fosse ancora sotto alle macerie».

Un ricordo commosso, quello del sindaco veliterno. «Le conseguenze di questo terremoto mi hanno colpito profondamente - ha aggiunto Servadio - ma quando vieni toccato in maniera diretta il dolore è ancora più forte. Nicolò era un caro amico: di conseguenza porgo le condoglianze mie e della città di Velletri a tutta la sua famiglia e a tutte le persone che lo conoscevano».

Membro attivo dei Lions, Piazza aveva mantenuto molti rapporti di amicizia sul territorio di Velletri: oltre al legame col sindaco, infatti, Piazza era stimato in città. Una persona a modo, che tornava spesso nel luogo dove aveva lavorato per coltivare le sue conoscenze personali.

La sua morte, dunque, lascia un grande vuoto: saranno i suoi amici, ora, a colmarlo, stando vicini alla moglie, rimasta vedova a causa di questa immane tragedia.