Il materiale veniva acquistato ai Castelli Romani ma l'assemblaggio avveniva in Spagna. Poi, una volta realizzate con tanto di bollo dello Stato italiano, venivano vendute attraverso uno specifico sito internet.

E' questo il raggiro scoperto grazie a delle indagini durate circa due anni dagli agenti della polizia stradale di Albano Laziale che, col coordinamento della Procura della Repubblica di Velletri, hanno denunciato - a vario titolo - per falso materiale, truffa e contraffazione di sigilli di Stato, ben sei persone.

"Italian Job" - questo il nome in codice dell'operazione conclusa nelle scorse ore - è nata quando un imprenditore locale venne contattato da un uomo per l’acquisto di materiale per la produzione di targhe: tale produzione sarebbe avvenuta in una una ditta spagnola, di cui l'acquirente era titolare.

"Gli affari andavano bene, con pagamenti regolari - hanno spiegato oggi dalla Questura di Roma - tanto che l’imprenditore aveva acquistato fiducia nell’acquirente - titolare di una società di locazione veicoli - accettando da questo anche una autovettura di grossa cilindrata in affitto. La fiducia era cresciuta ancor di più, fino a quando la vittima era stata convinta a vendere due veicoli d’epoca di sua proprietà, pagati regolarmente con assegni, e a prendere un’ulteriore autovettura in affitto".

A quel punto, però, qualcosa è andato storto: l'imprenditore castellano ha infatti scoperto che gli assegni ricevuti erano falsi e che le auto vendute erano ormai passate di proprietà. "Inoltre - hanno aggiunto dalla Questura - le autovetture prese a noleggio erano risultate denunciate all’estero per appropriazione indebita".

Chiaramente, al termine delle indagini, hanno anche sequestrato il sito internet su cui l'uomo vendeva le targhe false con timbro dello Stato Italiano.