Roma, 30 apr. (Labitalia) - Ammortizzatori sociali pagati regolarmente entro il 15 aprile per tutti i lavoratori in somministrazione delle agenzia per il lavoro impiegati in settori economici fermi per il lockdown. E' la risposta che il mondo delle agenzie per il lavoro private, unica tra i settori economici, ha dato all'emergenza coronavirus, come spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia, Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro.

"Il nostro settore -sottolinea- ha reagito per tempo garantendo prima di tutto il supporto necessario per i lavoratori in somministrazione impiegati in settori e codici Ateco chiusi per il Coronavirus. In questa direzione si sono susseguiti accordi sindacali e procedure tempestive per gli ammortizzatori sociali. Il risultato è che tutti lavoratori in somministrazione interessati hanno avuto erogati puntualmente, entro il 15 aprile, gli ammortizzatori sociali previsti per marzo, attraverso le agenzie per il lavoro". Numeri importanti per un settore che con l'emergenza coronavirus ha visto un calo verticale della richiesta di figure professionali per settori sostanzialmente fermi per il lockdown e una impennata per altre competenze, a partire da quelle assistenziali. "Per il mese di marzo parliamo di 110mila lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali, per oltre 5 milioni di ore", sottolinea Ramazza.

Una 'marea' di lavoratori che hanno ricevuto molto prima di altri la cig, "grazie a modalità operative funzionali, procedure snelle, modelli standardizzati per velocizzare i tempi, assistenza continuativa da parte della struttura di Assolavoro. Così è stato possibile utilizzare per tempo le risorse del fondo di solidarietà dedicato". Fondo di Solidarietà del settore che ha una sua dotazione disponibile interamente utilizzata per questa finalità di 60 milioni di euro. Per Ramazza "uno sforzo delle agenzie e del settore di grande rilievo sociale, perché le persone hanno avuto erogati i fondi puntualmente e non si è ingolfata la macchina amministrativa di Regioni e Inps anche con le domande dei somministrati", aggiunge.

Ma per i prossimi mesi la situazione non migliorerà, spiega Ramazza. "La nostra previsione per i prossimi mesi è di un ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali per un numero di lavoratori in somministrazione stimato tra 120.000 e 180.000 persone. Le risorse necessarie per il periodo aprile, maggio e giugno sono stimate in 350 milioni di euro, dei quali 180 milioni per il solo mese di aprile", sottolinea.

Una 'best practice' di settore che le agenzie per il lavoro sono pronte a replicare anche per i mesi a venire. "Per garantire anche nel futuro -spiega Ramazza- lo stesso risultato occorrerà, tuttavia, rifinanziare il fondo. Abbiamo confermato al ministro Catalfo e al governo la volontà del settore a dare seguito a quanto già garantito per il mese di marzo, provvedendo noi, come settore, ad erogare tempestivamente gli ammortizzatori. E confidiamo in un riscontro positivo".

Intanto il mercato delle agenzie per il lavoro sta subendo gli effetti dell'emergenza coronavirus. "A fronte di un calo verticale per la maggior parte dei settori e delle figure professionali, altre invece hanno avuto un boom che non era prevedibile: da quello infermieristico alla logistica, dagli addetti nel settore dei prodotti medicali, fino ai banconisti, agli addetti alla logistica e a tutta la filiera del food", spiega Ramazza.

Secondo Ramazza "le agenzie per il lavoro hanno contributo in maniera sostanziale, grazie al know how maturato in oltre venti anni di esperienza, la presenza capillare sul territorio, la disponibilità di profili professionali adeguati nelle proprie banche dati a supportare tutti i settori. Ora stiamo accompagnando, attraverso un percorso di consulenza dedicato, le imprese che possono riaprire a farlo agilmente e in piena sicurezza", continua.

E il mercato del lavoro che verrà nel prossimo futuro non sarà più quello di prima, secondo Ramazza: "Le previsioni complessive di tutti gli Osservatori e prima ancora negli atti istituzionali evidenziano -sottolinea- come ci sarà una fase sicuramente critica per l’occupazione e che si impone la necessità di un cambio di passo". "Va agevolata la spinta che da questa fase è venuta ad andar ancora di più verso un’ottica digitale, riorganizzando il lavoro, introducendo più diffusamente competenze nuove e prevedendo, più in generale un piano nazionale per l’alfabetizzazione e la progressiva acquisizione di competenze in chiave digitale", continua.

E Assolavoro è pronta a supportare la crescita professionale dei lavoratori. "Le nostre agenzie da tempo hanno programmato percorsi di ricerca e selezione a distanza e di formazione con strumenti innovativi e per competenze di frontiera. Siamo i primi ai quali le imprese si rivolgono quando vi è una esigenza nuova e anche in questa fase non abbiamo smesso di investire sulla formazione: sono oltre 1800 i progetti in 'aula virtuale' delle Agenzie da marzo, su 53 diverse piattaforme. E anche al nostro interno, con la Academy Assolavoro sono anche ora attivi oltre 30 moduli formativi su temi innovativi destinati al personale diretto delle nostre Agenzie", rimarca Ramazza.

Per il presidente di Assolavoro per i prossimi mesi è da scongiurare il ricorso al lavoro sommerso ma per farlo si deve evitare di 'frenare' quello a tempo. "In primis -sottolinea- occorre evitare che contratti a tempo determinato e in somministrazione scontino i limiti di causali spesso inapplicabili e di costi aggiuntivi in caso di rinnovo. Si rischia di disperdere anche il patrimonio di know how specifico che un lavoratore va maturando dentro un determinato contesto lavorativo. E questa esigenza diventa ancora più rilevante nei tempi medi. Dopo la fase più acuta di emergenza, infatti, la ripresa sarà connotata da un atteggiamento tendenzialmente prudente da parte delle imprese che si tradurrà nell’utilizzo più frequente di contratti temporanei".

Le causali introdotte dal Dl Dignità, per Assolavoro, possono rappresentare un freno al settore mentre l'obiettivo deve essere quello di " evitare che vi sia una ulteriore proliferazione del lavoro sommerso e di quello irregolare, a cominciare dalle finte partite iva, dalle collaborazioni che mascherano lavoro dipendente, dalle cooperative spurie funzionali solo a pagare fino al 20% in meno i lavoratori".

Frenare il lavoro sommerso "si può fare sia con una attività più ampia di controllo, sia soprattutto privilegiando i contratti che garantiscono retribuzione così come prevista dai Ccnl di settore, diritti e tutele tipiche del lavoro dipendente. Il lavoro in somministrazione e il lavoro a termine alle dirette dipendenze dell’impresa, per l’appunto", conclude Ramazza.