Palermo, 21 lug. (Adnkronos) - "Noi abbiamo due grandi questioni a cui prestiamo particolare attenzione. Una di queste è la possibilità che, a causa della crisi economica, le attività imprenditoriali, piccole e grandi, possano costituire delle praterie per la organizzazioni criminali che, disponendo di grandi somme di denaro, possono intervenire laddove magari il credito legale e lecito non mostra la tempestività necessaria". Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a margine della commemorazione del capo della Mobile di Palermo, Giorgio Boris Giuliano ucciso il 21 luglio 1979 a Palermo. "Abbiamo costituito un osservatorio a livello nazionale, presso la direzione centrale della polizia criminale, che - dice- ha come oggetto di monitorare indirizzare e fornire al decisore politico tutte quelle che sono le indicazioni che possono essere utili per le misure che devono essere intraprese per contrastare questa possibilità".

E sull'ordine pubblico: "Sono convinto che queste situazioni provocheranno nel tessuto sociale delle lacerazioni perché molte persone avranno difficoltà a riprendere l'attivitè. Quando il lavoro viene meno aumenta la disperazione e lo stato di sofferenza delle nostre popolazioni".

Per il Capo della Polizia Gabrielli "c'e' bisogno di mantenere unita la collettività nazionale in questo momento di ovvia sofferenza" dopo il lockdown. "Tutto quello che è successo lascerà delle conseguenze. Noi, per vocazione, siamo un po' il pronto soccorso della società e quando si verificano situazioni di malessere e sofferenza che possono tradursi in manifestazioni di piazza dobbiamo dimostrare la professionalità che ci è propria, la capacita' di entrare in empatia con la sofferenza e il bisogno della gente". E aggiunge: "In questo momento, e non mi stanco di dirlo a chi ha la responsabilita' dell'ordine pubblico, ai prefetti e ai questori, occorre essere particolarmente attenti a interpretare il disagio della gente. Abbiamo bisogno non di esercizi muscolari. Le nostre forze dell'ordine si facciano ancora una volta interpreti del presidio di legalità".