Porto, 7 mag. (Adnkronos) (dall'inviata Ileana Sciarra) - Diseguaglianze di genere, territoriali e generazionali, un mercato del lavoro profondamente ingiusto che tradisce il "sogno europeo di garantire che nessuno venga lasciato indietro". Mario Draghi lo dice forte e chiaro, intervenendo al Social summit di Porto, la sua 'prima' in Europa in presenza. Il presidente del Consiglio ricorda come, "già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro" fossero incredibilmente "frammentati". Ma ora il dramma del Covid "ha accentuato drammaticamente le disuguaglianze in Italia e in Europa".

L'immagine plastica arriva dai numeri che l'ex numero uno della Bce snocciola: "Nell'Ue, un giovane su sette non è occupato, né frequenta un corso di istruzione o di formazione. In Italia siamo vicini a uno su quattro. Il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne nell'UE si attesta a 11,3 punti percentuali. In Italia è quasi il doppio. Un terzo della popolazione italiana vive nelle regioni del Sud, ma la sua quota di occupazione totale è solo di un quarto". Numeri drammatici. "Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere", denuncia Draghi. Rimarcando come lo "shock" provocato dal Covid-19 abbia "reso questi divari ancora più profondi".

"Come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia". Si tratta di "fratture" che hanno "profonde radici storiche e culturali, ma svelano anche evidenti carenze istituzionali e giuridiche". Nel suo discorso Draghi denuncia un "sistema profondamente ingiusto", ma traccia anche la rotta. In Italia nel segno del Recovery plan, a partire dai "6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro", in Europa facendo uno sforzo affinché il "supporto fiscale non sia ritirato presto" e il programma SURE diventi strutturale: "deve restare al suo posto", le parole decise del premier.