Palermo, 28 apr. (Adnkronos) - "Per la maturità permangono, a mio parere, gravi elementi di criticità sulla effettiva possibilità di realizzare in presenza il colloquio, senza che ciò si trasformi in un focolaio di contagio". E' l'allarme lanciato da Daniela Crimi, preside del Liceo linguistico 'Ninni Cassarà' di Palermo, con oltre 1.400 alunni, uno dei licei più grandi in Sicilia. Sono oltre 250 gli studenti che a fine giugno dovranno affrontare la maturità, tra mille incognite. La dirigente non nasconde le sue numerose perplessità sui colloqui da fare dio presenza. "Si dovrebbe avere la certezza che tutti i presenti a scuola, adulti e ragazzi, siano "negativi" e questa certezza la può dare solo un tampone - dice la preside in una intervista all'Adnkronos- Se così non fosse, chi si assume la responsabilità di un eventuale contagio, forse il dirigente scolastico?".

"Anche se ciò fosse fattibile, il dirigente, in quanto responsabile della sicurezza e della salute nel luogo di lavoro, dovrà fornire tutti i convenuti dei dispositivi di protezione, le mascherine, attualmente ancora non del tutto reperibili nel mercato, nonostante gli sforzi - dice Daniela Crimi -Manca un po' più di un mese agli esami di maturità ed ancora permangono delle incertezze sulle modalità di svolgimento del colloquio, unica prova prevista, allo stato attuale, in permanenza delle restrizioni dovute alla emergenza sanitaria".

"La prima prova scritta sarebbe dovuta svolgersi il 15 giugno ma così non sarà, considerato che a scuola non si rientrerà e le prove scritte, di conseguenza, annullate - spiega ancora - Il colloquio costituirà l'unica prova di esame che, insieme ai crediti scolastici cumulati nell'ultimo triennio, determineranno il punteggio finale".