Roma, 4 mar. (Adnkronos Salute) - "L’avvio della campagna vaccinale fuori da ospedali e Rsa ha determinato una frenata sul fronte delle somministrazioni, con quasi 2 milioni di dosi (pari al 30% delle consegne) ancora inutilizzate". Lo sottolinea il report indipendente della Fondazione Gimbe che ha monitorato la settimana dal 24 febbraio al 2 marzo.

Al 3 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.454.503 persone (2,44% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,18% della province di Bolzano all’1,72% dell’Umbria. "L’avvio della campagna vaccinale fuori da ospedali e Rsa – spiega Renata Gili, responsabile ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe - ha determinato una frenata sul fronte delle somministrazioni, con quasi 2 milioni di dosi (pari al 30% delle consegne) ancora inutilizzate".

"Si rilevano inoltre rilevanti differenze tra i diversi vaccini: mentre le somministrazioni di Pfizer si attestano all’89% delle dosi consegnate, quelle di Moderna e AstraZeneca stanno infatti procedendo più lentamente - prosegue Gili - Tuttavia, se il 29,1% di Moderna è condizionato al ribasso dalla recente consegna della metà delle dosi, per AstraZeneca le somministrazioni si attestano al 26,9%, spia di problemi organizzativi nella vaccinazione di massa, anche se non si possono escludere possibili rinunce selettive a questo vaccino o ritardi nella rendicontazione dei dati".

"Peraltro a differenza dei vaccini di Pfizer e Moderna – evidenzia Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - per i quali, visti i ritardi nelle forniture, è prudente mettere da parte le per il richiamo previsto rispettivamente a 3 e 4 settimane, per AstraZeneca è possibile somministrare la seconda dose sino a 12 settimane: non esiste quindi alcuna ragione per accantonare le dosi, ma bisogna invece velocizzare le somministrazioni". Infine, rispetto alla protezione dei più fragili, "degli oltre 4,4 milioni di 'over 80', 762.271 (17,2%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e solo 149.620 (3,4%) hanno completato il ciclo vaccinale, anche qui con rilevanti differenze regionali", precisa il report.

"La Fondazione Gimbe - rimarca Cartabellotta - già da settimane segnala le spie rosse di un’aumentata circolazione del virus, la cui forte accelerazione sta di fatto avviando la terza ondata. Ma i tempi di politica e burocrazia sono sempre troppo lunghi e le zone rosse locali arrivano quando la situazione ormai è sfuggita di mano. La campagna vaccinale, intanto, stenta a decollare non solo per i noti ritardi di produzione e consegna delle dosi, ma anche per difficoltà organizzative di molte Regioni che lasciano 'in fresco' dosi di vaccino che potrebbero evitare ricoveri e salvare vite, soprattutto tra le persone più a rischio di Covid-19 severa".