Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) - "Oggi il 41% degli italiani ritiene che la sanità della propria Regione non sia pronta ad affrontare una nuova emergenza. A questi si aggiunge un 20% di incerti, mentre soltanto il 39% è convinto che la propria Regione sia già oggi attrezzata per affrontare una nuova emergenza. Plebiscitaria l'opinione che oggi sia prioritaria la necessità di dare più risorse in termini di finanziamenti, ma anche di personale alla sanità del futuro". Sono i dati elencati da Massimiliano Valeri, direttore generale del Censis, alla presentazione del progetto 'I Cantieri per la sanità del futuro', promosso da Censis in collaborazione con Janssen Italia. Un progetto che, ha spiegato, "ha l'ambizione di contribuire al dibattito in corso su come già da oggi riorganizzare un sistema sanitario più efficace ed efficiente per il futuro".

"La pandemia - ha sottolineato Valeri - ha squarciato il velo sulle nostre fragilità. Ci siamo scoperti vulnerabili per l'assenza di presidi sanitari diffusi sul territorio che avrebbero consentito di allentare quella pressione determinata da picchi intensi di domanda di prestazione sanitaria, dimenticando che veniamo da anni di misure di contenimento della spesa pubblica che di fatto hanno comportato la chiusura dei piccoli ospedali. Allora - ha rimarcato il Dg Censis - abbiamo da una parte un universalismo professato più formale che sostanziale del sistema di welfare e del servizio sanitario, e dall'altro un razionamento delle prestazioni sanitarie e delle cure".

Bisogna sfatare, ha insistito Valeri, il falso mito secondo cui per la sanità si spende troppo. "Se si fa un confronto internazionale, in Italia la spesa incide per il 6,5% del Pil, molto al di sotto di quanto si spende in altri grandi Paesi europei come la Francia (9,4% del Pil) o la Germania (9,9%). In più, nei 5 anni che hanno preceduto la pandemia, e cioè tra il 2014 e il 2019, in Italia si è registrata una diminuzione della spesa in termini reali dell'1,2%, mentre negli altri Paesi è ampiamente cresciuta: +15,1% in Francia, +18,4% in Germania. Tra tutti i 38 Paesi dell'Ocse, l'Italia è l'unico che ha registrato una riduzione della spesa sanitaria pubblica".

Ma per realizzare la sanità del futuro "bisogna porre fine all'era dei tagli della spesa pubblica in sanità. Non dovremo mai più essere sorpresi e impreparati di fronte a una emergenza sanitaria, la spesa pubblica per la sanità è un'assoluta priorità". E le cose su cui puntare, ha concluso Valeri, "sono principalmente tre indicate dagli stessi cittadini: prevenzione (92%), sanità di territorio (94%), telemedicina (70). Questi sono i cardini della sanità del futuro".