Non ce l'ha fatta Gigi Proietti. Il popolare artista è morto questa mattina, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, alle 5:30 nella clinica romana Villa Margherita dove era stato ricoverato in terapia intensiva per gravi problemi cardiaci. Una perdita che colpisce tutti, perché Proietti era stato in grado di entrare nel cuore degli italiani, grande e vero mattatore delle scene e del set per più di mezzo secolo, e maestro generoso dalla cui scuola sono nati tantissimi artisti che ancora oggi lo ringraziano con devozione e stima. Con l'Italia intera, anche Ponza lo piange commossa. Proietti era cittadino onorario dell'isola, sua meta prediletta estiva da oltre quarant'anni. Amava profondamente quei luoghi magnifici che aveva scelto come insostituibile residenza estiva. Non era difficile incontrarlo mentre, in relax, si godeva il panorama dalle acque di Cala Inferno. La cittadinanza onoraria gli era stata conferita nel maggio del 2019 su proposta del sindaco Sandro Ferraiuolo, "per l'esemplare affetto ed attaccamento alla comunità ponzese dimostrati anche con la disinteressata partecipazione umana e il contributo artistico personale". Nella motivazione si faceva riferimento poi al chiarissimo merito di Proietti nei campi dello spettacolo e della cultura come attore, cantante, poeta, regista e maestro del teatro. Sì, Ponza era nel cuore del grande artista che negli anni '70 aveva anche dedicato una poesia al Patrono San Silverio, scritta in un irresistibile vernacolo romanesco.


Al ricordo dell'intero mondo dello spettacolo, si aggiunge quello commosso e sincero di Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno dell'agenzia Ventidieci di Latina che lavora con Proietti da ben 15 anni e lo aveva portato in provincia due volte: a Sabaudia nel 2006 e al Palasport del capoluogo nel 2007. La Ventidieci è stata al fianco dell'artista anche nell'ultimo grandioso successo, "Cavalli di battaglia", all'Auditorium Parco della Musica: oltre 130.000 presenze e sold out fisso per più di 40 repliche. Lo show vedeva Proietti portare sul palco la sua storia: un excursus straordinario del proprio repertorio popolare, drammaturgico, canoro, mimico, poetico, parodistico, comico, umano e multiculturale. "Prima di salire sul palco da dietro il backstage, Gigi mi diceva:
'Ma c'è gente ?' - ci dice Vincenzo Berti -. Era sold out da appena aprivamo le vendite, credimi, ma lui era emozionato come se fosse la prima volta. I suoi show finivano al ristorante con la compagnia teatrale tra barzellette, cantate, buon cibo, vino e la sigaretta tra le mani. Si andava avanti fino alle 4 del mattino. Io tornavo a casa a Latina che era l'alba, e pensavo : che fortuna ed onore lavorare con il più grande di tutti!!"