Francesca Reggiani sul palco del Teatro Moderno di Latina, e una data zero per il suo nuovo show "Gatta Morta". Il direttore Gianluca Cassandra non scherza, e lo spettacolo fissato per il 6 novembre richiama grande interesse. Abbiamo avvicinato l'artista per un'intervista a pochi giorni dall'arrivo nel capoluogo, e con gentilezza Francesca Reggiani ha accettato, lasciandosi andare anche a un ricordo intimo e sincero riguardante Donatella Galeotti (professoressa del Manzoni scomparsa prematuramente, e mamma di Calcutta), con la quale ha condiviso gli anni della formazione dietro la guida di Gigi Proietti.

«Quando ho saputo che sarei dovuta venire a Latina mi sono emozionata - afferma l'attrice -: è la città di Donatella!, ho pensato. Quante immagini di lei e di me insieme mi tornano in mente. È stata una persona importante nella mia vita: tra di noi, quando studiavamo recitazione, era la più brava, la più dotata, un fenomeno sul palco. Non l'ho mai vista agitata, trovava sempre un modo di fare le cose. Quegli anni formativi, decisivi per la nostra carriera, erano preziosi. Gigi è stato un maestro straordinario, con noi tutti i giorni. Non ho mai visto nessuno stare in scena come Proietti. Eravamo un gruppo di lavoro quasi collegiale. Gigi ci diceva: ‘La recitazione non si insegna. Si insegna la musica, il solfeggio e la danza, quelle sì'. Quando improvvisamente Donatella Galeotti è mancata, ha lasciato tutti a bocca aperta. Ci sentivamo spesso con lei, conosco suo figlio Edoardo e ancora oggi ogni tanto ci messaggiamo. Io anche ho perso mia madre molto presto, è dura!».

Torniamo allo spettacolo a Latina. Una data zero giusto?
«Sì, e la data numero uno sarà a Roma. È un anno particolare, si torna in scena dopo il lungo periodo del lockdown, gli argomenti da affrontare sono parecchi. Gatta Morta riprende un percorso sulla differente percezione che si ha rispetto al modo di fare di un uomo e di una donna. L'uomo è seduttore, ma se la donna ha lo stesso atteggiamento è ‘gatta morta'. Anche a una certa età, l'uomo è interessante e la donna ‘interessanda'. Ma Gatta Morta è un pretesto per dire altro e raccontare il nostro tempo di quotidiane follie».
Ha parlato dei suoi anni di formazione con Gigi Proietti con passione, ha un insegnamento che teneramente custodisce nel cuore?
«Sì, e cerco di sfoderarlo ogni volta che vado sul palco: ‘C'hai gli occhi, usa gli occhi. Non ho mai visto degli occhi così grandi', mi diceva Gigi. L'uso degli occhi per me è stato un insegnamento fantastico. Una volta mi disse: ‘Non ti rifà gli occhi che se cambi sguardo mi rimani sbalordita tutta la vita'».

Lei ha avuto anche la fortuna di essere guidata da Federico Fellini in "Intervista". Un ricordo del Maestro?
«Ero talmente giovane, a venti anni non ti rendi conto di certe situazioni, quindi quando vedevo Fellini per me era normale. Lui dirigeva, a volte urlava, era un vulcano. Pensa che ci davamo del ‘tu'. Ancora oggi, quando la sua segretaria di allora mi chiede come mai io non cito mai questa esperienza, rispondo che mi sembrerebbe di essere una mitomane».

Latina l'aspetta con grande affetto e curiosità...
«Sono felice che fra tutti i teatri d'Italia io possa portare l'anteprima a Latina, proprio quest'anno che è mancata Donatella. Per me è un vero onore. Lei è nel mio cuore».