Con le quattro date del debutto assoluto lo scorso novembre, Latina ha portato decisamente bene allo spettacolo '40 e sto', monologo teatrale di Andrea Delogu scritto insieme ad Alberto Caviglia e Rossella Rizzi per la regia di Enrico Zaccheo. Al punto tale che le previste 16 repliche si sono raddoppiate, e la tournée andrà avanti fino a maggio.
Fra le varie tappe c'è anche quella al Cinema Teatro Ariston di Gaeta, il prossimo 19 marzo alle ore 17, data organizzata dai pontini Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per l'agenzia di spettacolo Ventidieci in collaborazione con l'Atcl - Circuito multidisciplinare del Lazio.
«Latina è stupenda - rivela raggiante al telefono l'artista riminese - tutto il pubblico mi ha dato la carica facendomi dire dentro di me: ok, posso farcela».
Il testo autobiografico, ironico e pungente, affronta col sorriso i problemi delle donne alla soglia dei 40 anni: il giro di boa, la crisi e la rinascita, la libertà e le battaglie contro i luoghi comuni.
Perché a 40 anni ha sentito il bisogno di tracciare già un primo bilancio, come fece Marina Ripa di Meana negli anni '80?
«Ti terrorizzano quando cresci, all'età di 10 anni quelli di 20 li consideri già vecchi, a 20 sono vecchi quelli di 30, chiunque più grande di te ti sembra vecchio. E quindi cresci pensando che la vita, ad una certa età, diventa monotona e noiosa. Invece, arrivata ai 40, mi sono detta ‘Ehi, ma stiamo scherzando?'. Tutto questo terrorismo psicologico non è giusto, Nella società c'è sempre molto da fare, non bisogna mai pensare che le cose siano state vinte o guadagnate. C'è un percorso enorme, lo vediamo in continuazione, però le cose sono cambiate, sono migliorate. Bisogna soltanto evitare di arrendersi. Il fatto che il monologo sia autobiografico riguarda tutti noi. Non mi sono mai raccontata come una persona che fa televisione, dei lavori privilegiati. Mi sono sempre raccontata come una persona che è arrivata a degli step, quindi è un racconto comune, di tutti. Un flusso di coscienza dove si ride, è uno spettacolo d'intrattenimento e si trova anche il modo insieme di parlarne e di bere qualcosa, ci saranno delle sorprese durante lo spettacolo». Un'età nella quale la spigliata artista si sta trovando decisamente a suo agio, cogliendo i frutti del suo variegato talento suggellato dalla recente conduzione del Prima Festival a Sanremo, voluta da Amadeus.
È più emozionante il palco di Sanremo o quello teatrale?
«Sanremo, essendo un palco televisivo, ha più interazioni perché ci sono tante persone che passano, quando conduci sei il collante tra tanta gente. Invece a teatro è un'ora e un quarto solo mia, però chiunque ci sia lì, anche fosse una sola persona, è venuta perché ne valeva la pena».
Quale cantante al festival l'ha impressionata di più?
«Olly è stata una scoperta per me, sinceramente sono molto fan, mi piace tanto».
È questo il primo spettacolo dove è da sola in scena.
«Sì, e c'è più rischio perché tutto è sulle tue spalle, ma dico la verità è anche più divertente perché lo spettacolo cambia a seconda del pubblico che ho davanti, ogni volta che mi sposto prende una piega diversa. Tutte le volte preparo una piccola trappola allo spettatore: attiro le persone con una promessa per poi fargliene fare una a loro, una bella soddisfazione perché, finito lo spettacolo, ricevo dei messaggi meravigliosi».
Nel suo percorso artistico ha ricevuto tanti complimenti, da Renzo Arbore a Maurizio Costanzo. Che ricordo ha del compianto anchorman?
«Mi ha sempre stupita perché quando spendeva belle parole nei miei confronti erano un fulmine a ciel sereno, anche in momenti in cui non facevo programmi il suo occhio di riguardo per la mia professionalità mi ha sempre ‘sciolta'. Lui ha modellato l'intervista, il ‘talk' italiano, ha insegnato a tutti noi che vogliamo fare questo». Lo spettacolo sorprende, fa ridere e commuovere per tutta la durata, un tuffo nei sentimenti dall'infanzia fino all'età adulta, rendendo complici gli spettatori sin dall'inizio: seduta con in mano la torta di compleanno sulle note di Max Pezzali, Andrea è dubbiosa se festeggiare o meno, passeggia nervosamente sul palco quando, all'improvviso, le luci si accendono in sala e si accorge del pubblico… Assolutamente da non perdere.
Teatro
Andrea Delogu si racconta a Gaeta: "40 e sto"
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