Adesso che ha scelto di prendere lezioni di volo, sta diventando più "Cantaviatore" di quanto già non fosse. Imprevedibile, un uomo con le mani sull'avorio e la testa per aria: suona e vola, Enrico Giaretta, e in più di vent'anni ha finito per trascinare tutti nella sua rotta imprecisa. Il cantautore e pianista pontino, partito da Latina per promettere grandi cose al mondo, definito erede di Franco Califano e "allievo" di Paolo Conte, domani sera si esibirà alle 21 nell'Arena di Sabaudia. Di questo e altro abbiamo parlato con lui.
Cosa intende proporre al pubblico dell'Arena?
Suonerò dei brani di solo pianoforte che presto metterò in un disco di improvvisazione. Naturalmente il repertorio verterà anche sui brani del mio ultimo album.
L'ultimo concerto pontino?
Forse è stato qualche anno fa, in occasione del Festival Villa Fogliano. Ricordo di aver accettato volentieri e altrettanto volentieri ho accolto l'invito di esibirmi a Ferragosto, anche se con un po' di timore, considerando che me lo hanno proposto solo pochi giorni fa. Ma in fondo è la mia città, qualcuno verrà pure ad ascoltarmi. Con l'uscita del prossimo album poi partirò in tour e sicuramente ci sarà una tappa a Latina.
Ha già scelto il titolo del disco?
Ci sto pensando. Ho due alternative, ma voglio chiedere consiglio a un artista che stimo molto e sicuramente riuscirà a darmi lo stimolo giusto, Paolo Conte.
Lei è più per l'improvvisazione o per scalette già definite?
In generale mi piace improvvisare. Sono un cantautore (malgrado io non ritenga di essere un cantante; canto le mie canzoni solo per un'esigenza personale), ma principalmente sono un pianista, e un pianista di impostazione classica, oltre che grande appassionato di Jazz. È come se a quarantasette anni avessi sentito il bisogno di svagarmi in un angolo tutto mio, a casa, da solo: uno spazio che mi sono regalato, e mi è piaciuto. Questo disco che sto facendo è nato come un progetto d'improvvisazione, quando ho scoperto che suonando mi balenavano dei temi interessanti che mi sarebbe dispiaciuto mettere da parte. Così li ho fissati su partitura.
Come mai ha pubblicato solo due album finora ("Sulle ali della musica", 2008; "Blu", 2014)? Dopotutto, la sua è una carriera entusiasmante, in cui si incastrano personaggi del calibro di Califano, Dalla, Zero, Muccino, Pino Daniele e perfino Pharrell Williams
Beh, ho fatto sempre il pianista e sono sempre stato il pianista di qualcuno. Solo nel 2008, spinto peraltro da Lilli Greco, ho avuto il coraggio di espormi. Coraggio, sì, perché devo dire che scrivere cose e darle ad altri è sempre più semplice che proporle. Ricordo ancora la prima volta che ho portato in scena qualcosa di mio: era ne "il Locale" di Piazza Navona, uno spazio che dava la possibilità di lanciare il proprio talento; da lì sono usciti Sergio Cammariere, Max Gazzè, Daniele Silvestri, i Tiromancino. Forse io ho soltanto iniziato tardi, chissà.