Esce nelle sale cinematografiche, l'attesissimo film del regista Gianni Amelio "Hammamet" la pellicola che racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, interpretato da un magistrale Pierfrancesco Favino. Il film sarà presentato a Latina domenica 12 gennaio al Cinema Oxer (Viale Pier Luigi Nervi, ore 18.30) alla presenza del regista di origini calabresi. L'evento è realizzato in collaborazione con l'associazione Giuseppe De Santis di Fondi, di cui Amelio è presidente e con il Cinema Oxer. Rientra nelle iniziative della rassegna "Lievito nuove esplorazioni nel mondo delle arti e dei saperi" - e del suo direttore artistico Renato Chiocca - che apre il nuovo anno ed è il preludio del ricco programma della ormai tradizionale manifestazione che partirà in primavera. Amelio torna nel capoluogo pontino con piacere, dopo la calorosa esperienza di due anni fa, quando venne a presentare sempre all'Oxer il film "La tenerezza". Nel cast, oltre a Favino anche Livia Rossi, Claudia Gerini, Renato Carpentieri, Luca Filippi e Silvia Cohen. "Hammamet" è un film che pone l'accento sulla vita privata dell'uomo politico che trascorse l'ultimo periodo della sua vita solo, amareggiato e molto malato, anche se, non mancano riferimenti alla realtà politica italiana degli anni ‘90 e all'imprescindibile considerazione sulla perdita del potere. A 20 anni dalla sua scomparsa, Bettino Craxi rivive sul grande schermo grazie a Favino reso praticamente identico dal lavoro incredibile dei truccatori che dopo mesi di studi su alcuni calchi sono arrivati poi, ad un make up di straordinario realismo. Ma Favino non mostra una somiglianza solo fisica, bensì a tutto tondo, come del resto era già accaduto nel film "Il traditore" di Marco Bellocchio dove interpretava il pentito di mafia Tommaso Buscetta. Il film è stato girato nei luoghi che l'ex leader socialista ha frequentato e vissuto, uno dei set è stato ambientato proprio nella sua villa di Hammamet in Tunisia, dimora del suo ultimo periodo, da esiliato, come sosteneva lui, da latitante, come sostenevano i magistrati dell'inchiesta Mani Pulite che sovvertì il mondo politico italiano di quegli anni. Gianni Amelio dice del suo film: «è la mia opera più rischiosa». Il film segue infatti il filone che ha visto negli ultimi anni alcuni dei più importanti registi italiani proporre una serie di personaggi politici che hanno segnato la storia del Paese. Gianni Amelio è uno dei più grandi registi del nostro cinema contemporaneo, ed è con "Porte aperte" del 1989 che raggiunge la fama anche a livello internazionale, tanto che l'opera riceve una nomination all'Oscar. Vince inoltre 4 premi Felix, 2 Nastri d'argento, 4 David di Donatello e 3 Globi d'Oro assegnati dalla stampa estera in Italia. Sempre attento e sensibile alle tematiche di realtà sociali difficili, torna al successo nel ‘92 con "Il ladro di bambini" che si aggiudica il Gran Premio Speciale al Festival di Cannes, e poi ancora "Lamerica" Osella d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e qualche anno dopo vince con "Così ridevano" il Leone d'Oro.