Da autentico uomo di teatro sa perfettamente catturare la scena: gli basta infatti quel titolo "Confesso di avere insegnato" a calamitare l'attenzione, con il rimando al famoso testo di Pablo Neruda, molto simile. Ma è con il sottotitolo "Diario di un viandante tra scuola, cinema e teatro" che il libro autobiografico di Giorgio Maulucci inizia a disvelare il suo autore, con la parola ‘teatro' messa al terzo posto che appare un vezzo che parla da sé. Il testo "Confesso di avere insegnato" pubblicato da Atlantide Editore sarà presentato domani, mercoledì 4 marzo, alle 17.30 presso il Circolo cittadino di Latina, in un evento organizzato in collaborazione dalla casa editrice, dal Centro studi "Angelo Tomassini" e dal direttivo del Circolo cittadino "Sante Palumbo" presieduto da Alfredo De Santis. Ad affiancare l'autore nella prima uscita ufficiale della sua opera saranno Anna Maria Tomassini per il Centro Studi, l'editore di Atlantide Dario Petti, il professor Enrico Zanini, docente di Metodologia della ricerca archeologica presso l'Università di Siena, già allievo del Liceo classico di Latina e dello stesso Maulucci. La lettura di alcuni brani del libro sarà affidata agli attori Nino Bernardini e Giulia Maulucci.
Dal 1984 al 2009 Giorgio Maulucci è stato preside prima dell'Istituto magistrale "Alessandro Manzoni" e poi del Liceo Classico "Dante Alighieri" di Latina; negli anni precedenti era stato docente di storia e filosofia nei licei "Leonardo da Vinci" di Terracina, "Grassi" e "Majorana" di Latina. E nel capoluogo pontino ha trascorso tutta la vita, sempre negli storici palazzi Inps del centro storico, dove fin da bambino negli anni ‘50 si avvicinava al cinema e al teatro, curioso dell'umanità e del mondo. Crescendo, il passaggio da Latina a Roma è stato fisiologico: lo sa bene chi lo incontrava, spettatore entusiasta e abituale, nella sala del Quirino o dell'Eliseo, tanto per fare qualche nome. È venuto poi il tempo magnifico del Piccolo di Milano, dove da docente e da preside ha accompagnato intere classi del Liceo, fino a quando poi è stato lo stesso Piccolo a ‘trasferirsi' nell'Auditorium di Viale Mazzini: basta scorrere le belle immagini che arricchiscono il libro per rendersene conto.
A proposito di Piccolo Teatro e di Strehler ci piace segnalare un breve scritto di Antonio Pennacchi, posto nelle prime pagine del libro e in quarta di copertina, divertente e godibilissimo. Il testo di Maulucci è scandito in decenni, dagli anni Cinquanta ai Novanta, in altrettanti capitoli molto articolati: ma dopo di essi ci sono anche gli Appunti oltre la scuola in cui racconta l'esperienza con le detenute della Casa circondariale, che quando qualche mese fa lo hanno visto in platea assistere a un loro spettacolo lo hanno abbracciato riconoscenti e commosse. Mentre dedica uno dei tre brevi scritti in Appendice a Liliana Di Natale, prof scomparsa un anno fa: "Non può morire una (i)dea".
Nel libro mancano note biografiche. Non è un caso: l'arte non ha età.