"Facciamo luce sul Teatro". Con questo slogan l'associazione nazionale Unita ha dato vita oggi ad una iniziativa tesa a riportare l'attenzione sulla drammatica situazione che ha colpito ormai da troppo tempo i luoghi dello spettacolo dal vivo.
Ha invitato tutti i Teatri, attraverso i loro dirigenti, ad accendere le luci, proprio 'per fare luce' sulla triste realtà di una chiusura che va avanti da circa un anno, e che ha penalizzato duramente artisti, autori, registi, musicisti e tutto quanto ruota intorno a questo settore culturale. Una protesta visibile e silenziosa, diretta al Governo per prendere in considerazione un piano che consenta al più presto la riapertura dei teatri in sicurezza. L'invito era diretto anche alla gente perchè - nel rispetto delle norme anticovid - dimostrasse la propria solidarietà con la presenza fisica, apponendo la firma e frasi, pensieri, ricordi su un apposito registro aperto nei luoghi dello spettacolo. Una sollecitazione per ridare vita a una delle più importanti forme espressive della cultura. Moltissime le adesioni in tutto il Paese, e tra queste anche quella del Teatro Fellini di Pontinia. Ieri sera, a poche ore dalla conclusione dell'evento, abbiamo avvicinato il direttore artistico Clemente Pernarella: "Unita è l'associazione di settore creata da noi attori poco dopo l'inizio della pandemia per chiedere maggiori tutele rispetto a quelle che abbiamo scoperto di non avere. L'iniziativa di oggi nasce con la volontà di sensibilizzare in generale il pubblico, la società, sul problema che stiamo attraversando e per cominciare a parlare di una riapertura, e non soltanto in termini di tempo.
Diversi i Teatri che hanno risposto all'appello, e per quanto riguarda la nostra provincia c'era il Fellini di Pontinia - spiega Pernarella -. Mi fa immenso piacere quello che abbiamo visto: tante le persone che sono passate, i messaggi e i disegni che ci hanno lasciato. Non credevo, non pensavo. Effettivamente ci dà il senso di una mancanza che si avverte, dato che per certi versi ci conforta e per altri crea amarezza ma ci spinge a credere che l'essere presenti, il nostro continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto senza mollare, abbia un senso. E un senso ha soprattutto l'idea che abbiamo del Teatro, fatto non solo da attori ma dalla comunità e dal pubblico. Bello! Speriamo che tutto questo si traduca in una riflessione profonda sull'importanza del nostro settore, al di là dell'apertura delle sale nonostante sia un punto importantissimo. Sì, auspico una riflessione soprattutto sul nostro territorio. Un Teatro chiuso è una cosa grave, è una mancanza di fronte a un bisogno che c'è ed è forte. Dovremo fare i conti con una riapertura, una ricostruzione e direi ancora meglio con una 'costruzione'>.
Pernarella, tra i messaggi che la gente le ha consegnato, quale l'ha colpita di più? <Quello bellissimo di un bambino, che diceva più o meno così: '... A me mi piaceva il spettacolo di Pinocchio!'>. Pazienza gli errori di ortografia. Un bambino che ama il teatro, è la più bella testimonianza per una ripartenza.