Pochi giorni fa è uscito il suo nuovo singolo su tutte le piattaforme digitali: Rimani. Un brano che in pochissimo tempo è riuscito a ottenere un grandissimo successo. Una canzone scritta e cantata da Virginio, un pezzo con cui vuole affrontare sentimenti, paure ed emozioni come distillato di vita. "Rimani" racconta la volontà di rielaborare e dare nuova forma a quegli amori che hanno esaurito la loro energia. Relazioni cui è impossibile restituire vita, se non sacrificando la propria necessità di andare oltre.
Virginio è un giovane di successo, partito da Fondi ha conquistato i più importanti palcoscenici d'Italia: dal Festival di Sanremo ad Amici di Maria de Filippi. Eppure ciò che lascia senza parole è la semplicità e l'umiltà con cui si rapporta agli altri. Un ragazzo che non nasconde le proprie fragilità e le proprie emozioni ma che è riuscito a trasformarle e a usarle come punti di forza. Peculiarità che gli hanno permesso di essere molto amato dal pubblico diventando un "modello" da seguire e da imitare. Un esempio positivo come se ne vedono raramente.

Partiamo subito dal nuovo brano: "Rimani". Come nasce questa canzone?
Questa è una canzone che parla di libertà intesa come consapevolezza, di presa di coscienza di se stessi. Tutti viviamo delle storie dove ci sentiamo fermi, in stallo, una storia che capiamo che è finita ma che non abbiamo il coraggio di chiudere. Fondamentalmente non abbiamo il coraggio di prendere le redini della vita e del futuro.

C'è qualcosa di autobiografico in questo testo?
Tutto quello che scrivo per me è autobiografico. Delle mie canzoni io scrivo il testo e la musica e quindi, inevitabilmente, raccontano qualcosa di me. E credo sia anche per questo che tante persone si identificano in esse.

Dopo "Rimani" immagino ci sarà un album. Cosa puoi anticiparci su questo nuovo lavoro discografico?
Questo brano è il primo grande passo verso quello che sarà il nuovo album. Ci sono molti passi che portano a questo disco in realtà, di cui non posso anticipare nulla. Sicuramente tutto si svilupperà man mano, ma il lavoro che stiamo facendo insieme a tutta la squadra è proprio quello di portare avanti la nostra idea di musica. Vedi da artista mi piace anche poter cambiare idea, per questo racconto poco prima. L'evoluzione è sempre dietro l'angolo, soprattutto quando scrivi. Tutto è sempre in evoluzione.

Dalla prima apparizione a Sanremo sono passati quindici anni. Come è cambiato Virginio in questo lasso di tempo?
È cambiato sotto alcuni punti di vista, ma sotto altri punti è rimasto sempre quel ragazzino con le proprie emozioni e le proprie fragilità. Oggigiorno si tende spesso a fare la parte dei fighi, di quelli che si atteggiano, che non hanno mai paura. Invece io sul palcoscenico voglio portare la mia verità, anche con le mie fragilità e mettermi in gioco per far capire che le persone fragili, o comunque sensibili, non devono vergognarsi di questo ma capire che proprio tale peculiarità è una grande forza. E per questo mi sono sempre battuto.

La fragilità e la sensibilità una grande forza. Un concetto importante, soprattutto oggi dove tanti tendono a nascondersi.
Questo perché quando si è ipersensibili, o comunque si ha un'apertura diversa verso il mondo, è tutto molto più difficile. È più facile essere toccati o feriti. Ma questo diventa la grande forza, una doppia forza, perché è un continuo superare i propri limiti. Sì, sono convinto che sia un grande strumento.

Nato a Fondi e trapiantato a Milano. Ti senti ancora pontino?
Io ho vissuto quasi metà della mia vita a Fondi e mi sento assolutamente di Fondi. D'altra parte mio papà è di Fondi e mia mamma di Sperlonga. Mi sento molto legato a questi due luoghi. Fondi è una città che porto sempre dentro di me e che mi porto nel cuore, un posto dove ho i miei affetti. Mi mancano moltissimo i tramonti infuocati che si vedono.

C'è un ricordo particolare di Fondi? Qualcosa che resta vivo nel cuore?
Il profumo di caminetto. Questo profumo che si sente sia d'estate che d'inverno e che si sente in tutta la città. Un odore molto particolare, soprattutto la notte o al crepuscolo si avvertiva questo forte odore. È qualcosa che mi manca molto ed è la prima cosa che sento ogni volta che torno a casa.

Sui tuoi social, così come fatto da molti altri artisti, hai lanciato un appello affinché il Senato calendarizzi la discussione della Legge Zan. Perché credi sia così importante?
In realtà mi chiedo perché non ci sia ancora una legge come questa, mi chiedo quale sia il motivo per cui questa legge è bloccata. La mia è una riflessione non politica, ma civile, una questione di civiltà. Stiamo parlando di una legge che tutela tutti, che protegge le persone che subiscono violenze o insulti. Questa legge non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge protezione. Mi chiedo quale Paese può ammettere che si possano insultare delle persone per identità di genere. La legge Zan non fa altro che portare avanti questa battaglia: tutelare tutti.