La Torre dell'Orologio che sovrasta la città e la veglia dalla sua altezza di circa 36 metri. La fontana di Bellerofonte, con i suoi tre cannuóli dai quali fuoriesce l'acqua che arriva dal Partenio, e poi le piazze così belle e il Parco di Santo Spirito, il polmone verde. Avellino per sei giorni offre i suoi scenari alla Dea della bellezza e della fecondità. La invita a ballare ai ritmi della danza. Musica popolare mediterranea, acrobati, maestri e grandi ospiti saranno lì, pronti a deliziarla.
Affidato alla direzione artistica di Ambrogio Sparagna, con la collaborazione di Pasquale Zuccarino, "Le Notti di Venere" è un festival di scenari sonori e proposte musicale di indiscutibile valore nazionale e internazionale, una rassegna animata da artisti come Peppe Servillo, Toni Esposito, il musicista tunisino Ziad Trabelsi, la cantante salentina Rachele Andrioli, Raffaello Simeoni con la sua world music, il Circo Diatonico di Clara Graziano, il jazz di Gabriele Coen, e da gruppi vocali come la Polifonia Aurunca, dal polistrumentista Erasmo Treglia.


Luoghi, talento, reinterpretazione sono i termini alla base di un progetto di ricerca e spessore, che si apre all'insegna di una prima esecuzione assoluta dal titolo "Attaranta". Si tratta di una produzione originale che l'etnomusicologo di Maranola di Formia Sparagna ha creato appositamente per queste notti magiche.
Il 20 agosto si inizia. La Notte della Dea. Si accendono i riflettori in via Matteotti, sfondo del concertone. Poi altre cornici accoglieranno il Festival: i suggestivi Cunicoli Longobardi, la Chiesa del Carmine, la Cripta del Duomo e l'Arena del Teatro Gesualdo.


Lo spettacolo che apre le danze, fissato per le ore 21:30, vede sul palco l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma e il Corpo di Ballo dello stesso Auditorium che sulle note di Ambrogio e al ritmo della Taranta lasceranno spazio a Toni Esposito con i suoi tamburi, felice di arricchire la trama ritmica del live. Sulla "continua pulsazione sonora" si innesteranno i virtuosismi del liuto arabo - andaluso di Ziad Trabelsi e la voce ammaliante di Peppe Servillo.
Emozioni che si ripeteranno la notte successiva. "Luminosa", così l'hanno chiamata. Protagonisti sono due ensemble guidati da Erasmo Treglia: i Flauti nel Mondo (ai Cunicoli Longobardi), e Campus Stellae nella Cripta del Duomo. È la notte dei suoni arcaici che riaffiorano al tocco dei flauti di corteccia, di conchiglie, zucca, degli strumenti di tradizione contadina.
Il 22 agosto è dedicato alla Notte Finibusterrae: canta Rachele Andrioli nella Chiesa del Carmine tra tamburi a cornice, flauti armonici, scacciapensieri e strumenti a corde.
La Notte Armonica, il 1° settembre, è affidata all'Ensemble Suoni Pellegrini. Si torna nei Cuniculi e si rivive l'esperienza di ricerca spirituale dei pellegrinaggi. Spazio poi al gruppo Polifonia Aurunca, diretto da Anna Rita Colaianni. Questo spettacolo - annunciano le note del Festival - lega laude della tradizione francescana a quelle cinquecentesche di San Filippo Neri e canzoncine spirituali settecentesche di Sant'Alfonso M. dei Liguori.
Sabato 2 settembre è la "Notte Sospesa" come gli acrobati di Clara Graziano. In scena anche il jazzista Gabriele Coen ad indicare al pubblico la strada che porta dentro la magia del circo e dello spettacolo viaggiante.
Gran finale il 3 settembre con Raffaello Simeoni e con lui tutti gli strumenti del mondo, le lingue moderne e quelle popolari. Il "bardo moderno", così l'artista viene definito, ringrazierà Venere per la sua presenza.
È l'ultima Notte. "Notte dell'Appennino".
(Ingresso gratuito, infoline al numero 338/ 9866262)