Immagini che ci lasciano sognare, scatti che ci portano lontano, fotografie che ci permetto di volare in mondi esotici e distanti da noi, mai come in questo momento in cui anche le distanze più brevi sono diventate muri insormontabili a causa della pandemia del coronavirus. Le tre foto che hanno permesso a Massimo Giorgetta di Latina di vincere l'ambito campionato europeo riservato a fotografi professionisti del Vecchio Continente riempiono i sensi e lasciano estasiati. Hanno dovuto pensare lo stesso i giudici della FEP (Federation of European Professional Photografer) che hanno premiato con la "Golden Camera" il fotografo di Latina - figlio d'arte e già con un palmares ricchissimo alle spalle - vincitore nella categoria "Wildlife". Il premio, giunto alla nona edizione, è stato assegnato in base alle votazioni di una giuria composta da due critici per ogni paese europeo che hanno dovuto scegliere tra centinaia di lavori arrivati da tutto il continente. Un portfolio di tre scatti, che hanno permesso a Giorgetta di mettere in bacheca un altro premio, anche se la festa è stata parzialmente rovinata dal coronavirus, visto che la cerimonia di premiazione, prevista a fine marzo presso il Salone Margherita di Roma, è stata rinviata: «Peccato - ha detto Giorgetta - chissà che a settembre non possa essere la volta buona. Resta per me una grande soddisfazione».
Un giusto riconoscimento al grande lavoro che si cela dietro a quei tre scatti che gli hanno consentito di immortalare un coccodrillo americano (specie in via d'estinzione), una manta e una tartaruga marina nel loro habitat.
«Il coccodrillo è stato fotografato nel 2017 a Cuba, nella riserva marina chiamata ‘Giardini della Regina'. Un posto meraviglioso ma impervio. Si tratta di una vasta area in cui ci sono solo acqua, mangrovie... e coccodrilli. Per fare quella foto è stato necessario studiare le correnti, ma soprattutto i comportamenti dell'animale. Ci sono voluti 6 giorni di appostamenti, due dei quali passati a fare ‘amicizia' con il coccodrillo, appoggiandomi solo ad una barca di supporto con delle persone che facevano la ‘guardia' con dei bastoni, qualora l'animle avesse dato segnali di aggressività. Non nego che ci sono stati momenti di paura, si tratta di animali in cattività, poco avvezzi alla vicinanza dell'uomo. Non avevo mai visto un coccodrillo da così vicino, ma mi avevano spiegato come comportarmi. Inoltre ho dovuto attendere che il sole fosse basso alle sue spalle per rendere la luce più spettacolare. La foto poteva essere anche migliore al tramonto, ma è stata negata la possibilità di aspettare quell'orario perché pericoloso: sarebbe stato troppo scuro per tenere sott'occhio l'animale».
Un lavoro estenuante e certosino, insomma, fatto di studi precedenti e tanta esperienza in acqua: «Sono un istruttore di sub dal 1990 e un fotografo professionista dal 1981, ho girato il mondo e ho studiato la biologia dei luoghi, altrimenti certi risultati non sarebbero mai arrivati».
Altro mondo e altra storia dietro ai due scatti che hanno completato l'opera: «La tartaruga e la manta li ho fotografati nel settembre scorso nelle acque adiacenti all'isola di Comodo. Anche in questo caso non è stato semplice. È stata bravissima la nostra guida, che nel caso della manta ci ha portato nel punto giusto al momento giusto. Dove passano questi splendidi animali ci sono correnti fortissime che ci hanno portato ‘fuori' in diverse occasioni. Una volta lì ho aspettato solo che un esemplare mi passasse sopra». Spettacolare la fotografia della tartaruga marina...: «È stato un lavoro di pazienza. Ho dovuto aspettare diverso tempo affinché la tartaruga venisse a ‘curiosarmi'. È arrivata a pochi centimetri dal mio obiettivo ‘fisheye', il resto lo ha fatto la natura».
Una natura selvaggia e incontaminata, che Massimo Giorgetta non vuole smettere di raccontare attraverso i suoi scatti. Solo il coronavirus ha rallentato la sua tabella di marcia che a metà aprile lo avrebbe portato con la sua Nikon "d-800 E" nelle Filippine: «Volevo fotografare i banchi di sardine e lo squalo balena. Peccato, ma di certo il viaggio è solo rinviato».
Resta la soddisfazione per un premio importante che porta alla ribalta la tradizione dei fotografi pontini: «Non ci sono solo io, anzi - specifica Giorgetta - la nostra città e più in generale la provincia ha sempre sfornato grandi professionisti. Diciamo che però qui non vengono valorizzati o considerati. Proprio per questo stiamo provando a farlo con l'associazione ‘Riscatto' con cui stiamo lavorando per cercare di portare alla luce questo mondo e dare una mano ai giovani per crescere».
Le immagini
Massimo Giorgetta, tre scatti che valgono il premio europeo
Latina - Le foto del professionista di Latina hanno incantato la giuria del premio FEP 2020. Dietro ogni scatto una storia fantastica