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La donna dell'anno

Ersilia Vaudo: «Io e la Fisica, tutto è iniziato su una barchetta portata dal vento»

Dal liceo Fermi all'Agenzia Spaziale Europea, un lungo percorso raccontato dalla protagonista che alle ragazze dice: la matematica fa per voi

Da un liceo di provincia ad uno dei più prestigiosi incarichi scientifici. Così nasce un'astrofisica, una donna del sud pontino nell'Agenzia Spaziale Europea. E adesso dice: «Ho iniziato a studiare materie scientifiche perché circondata dalla natura di Gaeta».
«Avendo il privilegio di crescere in un posto come Gaeta dove comunque si è in contatto con la natura, l' orizzonte e con un'nfanzia durante cui si è esposti alle meraviglie di cui si è circondati, si è certamente portati ad avere curiosità. - racconta Ersilia Vaudo - Oltretutto ho vissuto un certo contesto familiare. Mio padre, inizialmente capitano è stato poi insegnante. Io avevo una barchetta a vela, un laser e, appunto, mio padre mi spiegava come poteva una barca correre senza motore ma solo spinta dal vento, come si scomponeva il vento su una vela. E poi mia madre, insegnante severa ma molto stimata del Liceo, ancora ricordata da tutti e che coltivava una passione per la sue materie, scriveva sui barattoli del sale e dello zucchero le etichette con delle formule chimiche invece dei nomi, proprio per incoraggiare me e i miei fratelli al fatto che la natura parla tanti linguaggi, e quindi per non farci avvertire distanza dalla scienza, come qualcosa di lontano, di cui diffidare. La natura intorno a noi parla quel tipo di linguaggio. Questo sicuramente mi ha consentito di familiarizzare con la matematica e con la scienza e mi ha permesso di non vederle come qualcosa che poteva mettermi ansia, bensì il contrario. Mi permettevano di avere accesso ad altri mondi. A scuola andavo bene sia nelle materie letterarie che in quelle scientifiche. Avevo anche una forte passione per la Filosofia, ma al momento di scegliere optai per Fisica proprio per continuare ad andare oltre nella mia comprensione delle leggi della natura, anche oltre la nostra esperienza del mondo. Perchè Fisica significa anche studiare l'infinitamente grande, anche piccolo, che sono tutte cose che vanno oltre il mondo di cui abbiamo esperienza».

Lei ce l' ha fatta ma obbiettivamente persiste ancora una sottorappresentazione delle donne nella carriera scientifica
«Io ho un'associazione che si chiama "Il cielo itinerante" attraverso cui cerchiamo di "portare il cielo dove non arriva" proprio perché mi rendo conto, e questo è stato confermato dai dati dell' Ocse che sono usciti adesso, che in qualche modo esiste un muro d'ansia che si alza soprattutto verso la matematica nel periodo dell' infanzia, delle scuole elementari che poi lascia dietro soprattutto le ragazze. La differenza di competenze tra ragazzi e ragazze adolescenti in Italia è fra le più grandi tra i Paesi industrializzati. Bisogna allora iniziare presto, con un incoraggiamento familiare, non accettando di sentirsi dire che non si ha una figlia portata per la Matematica ma chiedere che sia portata dentro la Matematica. E' il dovere di un Paese portare tutti dentro il linguaggio della Matematica perché è un linguaggio non solo del mondo che ci circonda ma anche di domani, una alfabetizzazione di cui abbiamo sempre più bisogno. Questo cerco di infondere con la mia militanza: l' importanza di includere tutti nel linguaggio della Matematica, che deve essere una cosa per tutti».

Due le sue grandi passioni, la scrittura e la scienza (da adolescente per molti anni anche il basket con la squadra del Gaeta). Lo scorso aprile è uscito il suo libro Mirabilis, che tra l' altro ha presentato nell' ambito della rassegna "Libri sulla cresta dell' onda" e anche al teatro Ariston. Immaginiamo che Lei non smetta mai di sognare. Cosa si aspetta di bello proprio nel settore di cui ha grande competenza?
«Io più che sognare, non smetto mai di farmi domande. Uno dei grandi misteri, nel mio settore, è quello della materia e dell' energia oscura. Tutto quello che vediamo nell' universo, e parliamo di 200 miliardi di galassie con 200 miliardi di stelle, e quindi asteroidi, corpi celesti, eccetera, è pari solo il 5% di quello che c'è nello stesso Universo. Non abbiamo idea di cosa sia il restante 95% perché non è fatto di atomi. Spero che con questa missione dell'Agenzia Spaziale Europea che si chiama Euclid si possa fare "luce" sui misteri della materia e dell' energia oscura».

Chiudiamo con un pensiero rivolto al nuovo anno che sta arrivando. Un nuovo anno cos'è?
«Un nuovo giro attorno alla nostra stella, il nostro Sole. Ogni inizio rappresenta la possibilità di un cambiamento, che fa parte della vita. Manteniamo sempre la mente aperta e uno sguardo critico sulla realtà che ci circonda per cercare di capirla ma anche per cercare di fare in modo che sia una realtà migliore»

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