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Il caso

Disagio psichico, malati da mesi senza contributi

Ritardi nell'erogazione dei fondi del piano di Asl e Regione. Gli assistiti: non arriviamo a fine mese

Un settore delicato per cui non bastano mai i fondi e nemmeno il personale dedicato è quello che riguarda l'assistenza dei malati psichici che hanno bisogno di un supporto costante per migliorare la loro qualità della vita e l'accesso alle cure. Per questo sta diventando critica la situazione che riguarda i ritardi nell'erogazione dei fondi a loro dedicati, che ci segnalano alcuni assistiti nell'ambito del progetto di Asl e Regione Lazio che prevede interventi a sostegno delle persone con disagio psichico. Le persone con disagio psichico in carico ai Dipartimenti di salute mentale, sulla base della valutazione della Commissione incaricata, possono beneficiare infatti di provvidenze economiche, che consistono in un assegno di cura che è parte integrante del programma terapeutico-riabilitativo finalizzato al reinserimento sociale del paziente. Il problema è che questi fondi da un anno a questa parte vengono erogati in ritardo e per alcuni malati sono l'unica forma di reddito e sostentamento.

«Sono tre anni che ho accesso a questo servizio erogato in base all'Isee – spiega una assistita – ma i problemi sono cominciati a inizio 2023 perché per mesi, fino a giugno, non li ho ricevuti. Poi sono state erogate alcune mensilità, ma da luglio a ottobre tutto è di nuovo fermo». Per l'attuazione di questo intervento la Regione Lazio stanzia annualmente un fondo destinato ai Comuni ed Enti capofila di distretto sociosanitario, sulla base della popolazione residente, monitorando l'intervento di sostegno attraverso un sistema di analisi e controllo della rendicontazione di quanto effettivamente erogato. Il coordinamento della misura di sostegno economico alle persone con disagio psichico viene effettuato dunque dai Comuni/Enti Capofila di distretto sociosanitario, in collaborazione con i Dipartimenti di Salute mentale delle ASL territoriali. L'intoppo pare sia proprio nei tempi di evasione della pratica da parte del Comune di Latina che dovrà spiegare le ragioni di questi ritardi sul fronte di una assistenza non certa derogabile in presenza di persone estremamente fragili e spesso sole, seguite dagli assistenti sociali.

«Vorrei che qualcuno capisse la nostra situazione, non è possibile togliere questa forma di sussidio a chi convive con queste problematiche - spiega ancora la signora - alcuni di noi hanno molti problemi economici, non possono lavorare a causa della malattia anche se lo hanno fatto in passato, e usufruiscono di altri aiuti come dalla Croce Rossa o dalla Caritas. Togliere per mesi questi contributi significa non farci vivere più, acuire il disagio e il malessere». Un brutto colpo soprattutto per quelle famiglie in difficoltà, segnate oltre che dalla malattia già dalla grave crisi economica che ha determinato anche il rialzo significativo dei prezzi dei prodotti di prima necessità. «Chi come noi vive con bassi redditi va sostenuto anche perché non tutte le visite e le cure sono gratuite. Abbiamo sentito di attenzione alla persona e al sociale, aspettiamo un segnale concreto che testimoni questa attenzione».

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