Il fatto
05.04.2025 - 14:00
Il centro commerciale all'angolo tra via del Lido e la statale Pontina è finito di nuovo sotto sequestro, con un provvedimento che questa volta non è di natura probatoria, ma è finalizzato alla confisca, prevista dalla legge in caso di lottizzazione abusiva. L'atto è stato notificato stamattina dai carabinieri del Nipaaf del Gruppo Forestale di Latina che hanno curato le indagini, anche se non non sono ancora stati applicati i sigilli perché ai gestori delle tre medie strutture di vendita sono stati concessi sette giorni di tempo per chiudere gli esercizi commerciali, cioè per il tempo necessario a smaltire le derrate alimentari presenti nei negozi.
La vicenda del complesso commerciale di via del Lido autorizzato con una procedura irregolare non è ancora approdato in Tribunale per il processo a carico dell'imprenditore, del progettista e dei due tecnici comunali, ma l'inchiesta conclusa ipotizzando la lottizzazione abusiva e le violazioni paesaggistiche poggia su un quadro indiziario talmente solido che il pubblico ministero Giuseppe Miliano ha già potuto chiedere l'applicazione del sequestro finalizzato alla confisca, adottato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mara Mattioli.
La mossa della Procura è motivata anche dall'ordinanza con la quale la Suprema Corte di Cassazione, nella fase delle indagini preliminari, annullando la prima decisione del Tribunale del Riesame che revocava il primo sequestro preventivo, ha confermato tutte le irregolarità ravvisate nel corso dell'inchiesta, rinviando contestualmente gli atti al Tribunale di Latina per la nuova valutazione sulle misure cautelari reali. Un quadro indiziario fatto proprio anche dagli stessi giudici del Riesame in seconda battuta, sebbene non abbiano confermato il sequestro con una decisione impugnata nuovamente dal pubblico ministero, di recente, con un altro ricorso.
In attesa di conoscere i dettagli del nuovo provvedimento adottato dal giudice, il sequestro mette in luce una volta per tutte le responsabilità del Comune di Latina, che ha ignorato finora le valutazioni dei magistrati sugli illeciti di natura penale, ovvero ha omesso le doverose verifiche sulla regolarità della procedura amministrativa relativa alle licenze edilizie commerciali e ha autorizzato l'apertura degli negozi, ovviando gli effetti dell'inchiesta. Un comportamento che ha rappresentato un segno si continuità politica tra l'ex giunta Coletta e l'attuale giunta Celentano, responsabili a loro modo anche della crisi occupazionale che si profila a causa dell'apertura impropria dei negozi e dalla conseguente chiusura provocata dal doveroso sequestro.
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