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L’intervento

Terracina, Palmacci: «I siti storici della città vanno riaperti»

Arcangelo Palmacci, referente di Azione, definisce inaccettabile il protrarsi della chiusura del Palazzo della Bonificazione Pontina e dell’ex convento di San Domenico

«E’ con crescente rammarico che constatiamo come diversi siti di interesse pubblico di Terracina restino inaccessibili a cittadini e turisti che, di fatto, vengono privati di strutture essenziali per la conoscenza della città». Arcangelo Palmacci, segretario provinciale e locale di Azione, torna su una problematica che perdura da tempo e che vede coinvolti il Palazzo della Bonificazione Pontina che è anche sede del Museo in piazza Santa Domitilla, l’Archivio storico, il Museo Capponi in piazza Municipio, la Torre Acso e la Torre Frangipane.

«Questo solo per citarne alcuni perché l’elenco sarebbe lunghissimo - sottolinea Palamcci -. Ma tra questi i casi più gravi sono quelli del Palazzo della Bonificazione Pontina e dell’ex convento di San Domenico, entrambi chiusi da tempo a causa, sembrerebbe, del mancato adeguamento alle prescrizioni dei vigili del fuoco relative alle vie di accesso e alle uscite di emergenza nonché, per il palazzo, alla carenza di documentazione tecnico-progettuale. Una situazione che non è solo un segnale di trascuratezza amministrativa ma rappresenta una vera e propria privazione per residenti e turisti». Uno stallo su cui il referente territoriale del partito di Calenda vorrebbe si facesse chiarezza una volta per tutte: «Si tratti di mancanza di risorse finanziarie, negligenza o altro, la popolazione è lasciata nella più completa incertezza. E’ dovere del Comune chiarire le ragioni di tali inadempienze e quali misure immediate intende adottare per le riaperture. La fruibilità di questi siti storici non può essere compromessa da ritardi che, a voler essere magnanimi, appaiono perlomeno ingiustificati». 

Secondo Palmacci, chi amministra la città avrebbe il dovere di agire: «Un Comune che chiude gli occhi di fronte alle proprie responsabilità, che lascia siti pubblici nell’abbandono e ignora le prescrizioni richieste, non solo tradisce il proprio mandato, ma sottrae dignità alla città stessa. Basta con rinvii e silenzi. Se ci sono ostacoli si espongano, se mancano risorse si trovino. Ma l’inerzia non è più tollerabile».

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