Una prima occasione per discutere della città di Latina, conoscerne più a fondo le identità, analizzare le sue vocazioni e le risorse inespresse. E’ lo scopo del primo incontro pubblico organizzato ieri da Giovanni Malinconico, capolista della lista “Enrico Forte Sindaco”, insieme ad alcuni candidati della squadra a sostegno di Enrico Forte, Anna Eugenia Morini, docente di scuola superiore, Massimo Bortoletto, direttore della Feltrinelli di Latina, e Simonetta Dario, agronoma, a cui ha partecipato anche il candidato sindaco Enrico Forte.
Il titolo del dibattito, che contiene in sé una negazione, esplicita il punto di partenza di un progetto: “Latina non può essere governata senza un’idea chiara di ciò che si deve fare e un’idea altrettanto chiara di ciò che non si deve fare”. Il “no” è quindi rivolto al passato. E’ un no alle promesse elettorali senza impegno, un no a interventi privi di programmazione, un no al privilegio e a tutte le catene che in questi lunghi anni hanno bloccato lo sviluppo della città.
“Latina si trova di fronte a una sfida che il tempo le pone: uscire dall’immobilità e dalla recessione in cui amministrazioni inadeguate al loro compito l’hanno relegata – ha spiegato Giovanni Malinconico – Ci è sembrato quindi corretto partire da qui: da quello che la città è stata, nelle proprie origini e nella propria storia, e da quello che è oggi, nel pieno di un momento storico complesso. Con questo primo incontro pubblico rivendichiamo con chiarezza un metodo, che deve portare all’esame della situazione, all’individuazione delle criticità, all’enunciazione di priorità di governo, alla formulazione di un progetto. Latina, per essere adeguatamente governata, va letta, capita e accompagnata”.
Punti imprescindibili saranno legalità, trasparenza ed efficienza dell’amministrazione, che diventano strumenti indispensabili per ricostruire un’identità a partire dalle vocazioni proprie della città: cultura, ambiente, agricoltura, turismo. Con un’attenzione particolare rivolta al suo tessuto urbano, che rende i borghi realtà lontane dal centro cittadino.
“La nostra idea di cultura, aggregante e comunicante, non potrà che partire dal reale – ha spiegato Anna Eugenia Morini - da spazi fisici, risorse materiali, individui, famiglie, scuole e associazioni, : che silenziosamente esprimono bisogni e agiscono. Ogni processo culturale prevede fasi di osservazione, ascolto, proposta di un metodo, azione. In questa visione culturale esistono situazioni di emergenza che dettano la necessità di soluzioni urgenti quali: la riapertura del teatro, la riqualificazione degli spazi destinati alla cultura, l’interlocuzione tra realtà associative e istituzioni cittadine. La nostra ipotesi è quella di aprire le scuole, seguendo l’esempio di altri comuni virtuosi, ma anche osservando esperienze vicine, quali quella della scuola Pisacane nel quartiere di Tor Pignattara a Roma. La scuola, prima ancora di essere un centro culturale, può diventare centro civico, ecosistema sociale ed educativo.
“La cultura – ha aggiunto Massimo Bortoletto – rappresenta il collante tra mondi sociali, generazionali e professionali sempre più disgregati. La scuola e lo sport, insieme all’individuazione di spazi in cui le arti possano esprimersi, rappresentano i mezzi per costruire una crescita culturale della città di Latina. Occorre inoltre ripensare la cultura come fattore di sviluppo economico, ma perseguire questo obiettivo significa inaugurare un metodo nuovo e abbandonare iniziative improvvisate e proposte autoreferenziali, per progettare e pianificare. Ricucire il rapporto con i borghi e le realtà rurali rappresenta poi una priorità della futura amministrazione, come pure la questione ambientale che mette in crisi l’agricoltura e rischia di soffocare la vocazione turistica di questo territorio”
“All’interno del territorio comunale esistono aree di straordinaria bellezza, la zona umida del lago di Fogliano, il Parco Nazionale del Circeo, i canali della bonifica, la campagna – ha concluso Simonetta Dario, affrontando il tema dell’agricoltura e dell’ambiente - Ma mai si è riusciti a mettere a sistema queste risorse rendendole parte integrante della città. Un esempio di questo modo di procedere disordinato è stato lo sviluppo del territorio agricolo: invece di salvaguardare le zone più fertili e produttive, sono sorti insediamenti industriali su alcuni dei terreni migliori dal punto di vista agronomico. Le fratture e la disgregazione del territorio si possono risolvere creando ad esempio corridoi ecologici di ricongiunzione, come aree verdi, filari o boschi, piste ciclabili o pedonali, orti urbani”.
“Lo sviluppo di questi punti strategici – ha aggiunto Malinconico – va costruito con un adeguato dimensionamento dei servizi pubblici”.
In chiusura, i candidati della Lista Enrico Forte Sindaco hanno invitato i cittadini a partecipare anche con un contributo di idee e progetti e hanno poi annunciato l’organizzazione di altri incontri tematici.