Una passeggiata al mare, vento fresco del mattino che scompiglia i capelli e Tor Caldara sullo sfondo, col suo inconfondibile profilo che si staglia verso il Tirreno. Potrebbe essere questo il piacevole scenario di una gita sulla spiaggia di Anzio: invece, purtroppo, a questi tre elementi positivi - ieri mattina - se n’è aggiunto uno a dir poco avvilente. Decine di metri di arenile che precedono l’area naturale protetta erano invasi da un tappeto di gamberi morti.
Migliaia - forse - le carcasse che il mare ha portato sulla battigia sottostante alla Passeggiata delle Sirene (periferia di Lavinio), formando una vera e propria striscia di crostacei senza vita, preda dei gabbiani che, uno dopo l’altro, erano pronti a beccare i prelibati gamberi che, generalmente, popolano le tavole di Anzio e Nettuno essendo una delle specialità locali.
Ignote, al momento, le cause di questa improvvisa moria. Nel tempo, infatti, difficilmente si ricorda un episodio simile verificatosi sulle coste neroniane.
A volte si potevano ritrovare le mute dei gamberi, prive dell’interno poiché cambiate dagli stessi durante un particolare momento della loro vita: stavolta, però, il discorso è diverso.
Ci sono carcasse vuote ma la maggior parte delle “pelli” - ieri mattina - conteneva ancora il crostaceo.
Dunque, sembra difficile pensare a un naturale cambio generazionale tra i gamberi della zona; purtroppo, però, di elementi per sbilanciarci sulle cause di questa moria non ne abbiamo, visto che anche alcuni pescatori della zona - interpellati intorno all’ora di pranzo di ieri - non hanno saputo dare una spiegazione a quanto successo sul litorale.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (30 aprile 2016)