La morte dell’attentatore di Berlino, Anis Amri, per mano di un poliziotto a Milano nella sparatoria di Sesto San Giovanni, inevitabilmente alimenta l’odio, nei confronti degli italiani, da parte di quei credenti mussulmani che covano ammirazione per le gesta degli jihadisti. Lo prova l’inquietante episodio registrato nel tardo pomeriggio di ieri nella mensa della Caritas di via Virgilio, luogo simbolo della solidarietà cattolica, dove ieri un cittadino tunisino, con una scusa banale, ha minacciato i volontari di vendicare il “fratello” mussulmano.
L’allarme è scattato ieri, intorno alle diciotto, quando uno degli stranieri che abitualmente si rivolgono alla mensa per un pasto, ha improvvisato una rivolta con il sostegno anche di altri suoi connazionali.
«Vengono qui spesso - spiegano i volontari - Li conosciamo, anche se non sappiamo i loro nomi. Quello che ci ha minacciati è una testa calda, ha sempre da ridire su tutto. Visto il tenore delle parole che ha pronunciato abbiamo pensato bene di chiamare la polizia perché di questi tempi non ci si può proprio fidare».
Il nordafricano aveva da ridire sulla qualità del cibo e ne ha approfittato per scaricare tutto l’odio covato fino a quel momento in silenzio. «Si lamentava dicendo che la pasta era la stessa del giorno prima - spiegava ieri uno dei volontari ascoltato dalla polizia - Si è fatto avanti il cuoco per dirgli che era stato lui a cucinarla e che, se non era di suo gradimento, poteva benissimo accomodarsi fuori e andare al ristorante».
A quel punto c’è stata la reazione inattesa. «Ha detto che sì, sarebbe uscito - spiegava ancora uno dei volontari - Ma pure che avrebbe aspettato fuori. “Faccio come ha fatto il tuo fratello al mio a Milano” ci ha detto. Poi ha iniziato a urlare “Allah akbar” e altri due che erano seduti ai tavoli a mangiare si sono alzati e hanno iniziato a urlare e inneggiare».

L'articolo completo in edicola su Latina Oggi (29 dicembre 2016)