I problemi restano per un settore sempre in bilico come quello della pesca. Ma spirito imprenditoriale, iniziativa e capacità di allargare i propri orizzonti possono fare la differenza. Ne sanno qualcosa a Terracina dove, mentre tanto si parla di tassazioni esagerate, normative illogiche che piovono all’improvviso dall’Europa, e di mercato in crisi, c’è una realtà che vuole riscrivere la tendenza generale. Si tratta della Cooperativa Pescatori di Terracina, presieduta da Dario Venerelli. Una coop che in meno di dieci anni di vita, nonostante le mille difficoltà, ha raggiunto risultati notevoli. È la Coldiretti di Latina a tessere le lodi di una realtà in crescita, come dimostrano i numeri. Il pescato del 2015 ammonta a 183.886 chilogrammi, in aumento rispetto ai 144.900 dello scorso anno con un deciso incremento del fatturato. Nata nel 2007, la coop conta 33 soci. Dispone di una flotta di 26 barche, 17 per la piccola pesca, 9 per lo strascico. Ma come si è raggiunto un incremento così forte di pescato e fatturato? È qui che interviene la capacità di mescolare attività tradizionale di pesca, che si tramanda di padre in figlio, e nuovi orizzonti economici. La coop pescatori ha raggiunto infatti nuovi posizionamenti commerciali, nelle attività di vendita e ristorazione, nella filiera corta e nella grande distribuzione, così come nel radicamento in UeCoop, la centrale di coordinamento delle coop affiliate Coldiretti. “Quella dei pescatori di Terracina – commenta Giuseppe Campione, direttore della Coldiretti di Latina – è una delle più riuscite espressioni del sistema cooperativistico promosso da UeCoop, dove l’attenzione al profitto si innesta in un sistema produttivo fortemente etico, improntato al rispetto del territorio e della ecosostenibilità”.