La lite, poi gli spari. Una condanna e un rinvio a giudizio nell’ambito di quanto accadde la notte del 6 dicembre scorso quando due uomini si presentarono a casa di un 22enne di origini albanesi e prima di andarsene esplosero 9 colpi di pistola contro l’immobile. La condanna è giunta dietro patteggiamento per Claudio Arcudi, professione meccanico, l’uomo che venne subito identificato dalla vittima. I suoi legali, gli avvocati Fabrizio D’Amico e Fabio Malecchi, hanno trovato un accordo con la pubblica accusa che ha portato ad una condanna a 14 mesi. Il 49enne, che era del tutto incensurato e che dopo l’arresto era stato rimandato a casa agli arresti domiciliari, dopo la sentenza del giudice per l’udienza preliminare si è visto sospendere la pena e annullare ogni misura cautelare.
Il complice, il 40enne Maurizio Giordano invece, aveva chiesto, per tramite dei propri legali, gli avvocati Andrea Barbesin e Giovanni Tedesco, di essere processato con rito abbreviato condizionato, però, ad un esame (lo Stub) sugli indumenti sequestrati dai militari dell’arma del Reparto territoriale di Aprilia che, a poche ore dai fatti, effettuarono arresti e perquisizioni.
Secondo il racconto del giovane albanese, due persone giunte a bordo di una Smart, dopo una serie di minacce e una breve colluttazione, prima di fuggire, avevano esploso 9 colpi di pistola calibro 7.65.

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