Revocare la delibera sul piano provinciale dei rifiuti per bloccare la realizzazione della discarica a La Gogna. E’ questa che alcuni membri dell’assemblea provinciale del Pd rivolgono al partito e al primo cittadino Antonio Terra, che sarà chiamato a esprimersi sul tema durante la conferenza dei sindaci che dovrà approvare il documento. Un appello in realtà rivolto anche ai dirigenti provinciale del Partito Democratico, accusati senza mezzi termini in parte responsabili della situazione che si è creata ad Aprilia. «Questa brutta vicenda - affermano Omar Ruberti e Monica Laurenzi - è l’emblema di come il territorio è oggetto di mercificazione, mediante l’azione di numerosi attori, anche istituzionali, disinteressati dal custodirlo. Dal punto di vista politico, ancora una volta, dobbiamo constatare che il Pd di Aprilia e della provincia di Latina, anziché interpretare un ruolo più consono alla sua identità, si comporta come un gruppo di potere impermeabile a ogni processo partecipativo che esclude i cittadini e le comunità locali dalle decisioni. E scarica su altri responsabilità che gli appartengono».

Accuse durissime, soprattutto nei confronti del consigliere comunale e provinciale Vincenzo Giovannini e del segretario provinciale Salvatore La Penna. "La Regione Lazio ha delegato lle Province una importante competenza in materia di rifiuti: l’individuazione dei siti più idonei alla collocazione degli impianti compostaggio, di trattamento e delle discariche di rifiuti non pericolosi.  L’adozione del Piano Provinciale dei Rifiuti è avvenuto a tutti gli effetti con una delibera del Consiglio Provinciale, la n. 12 del 10 maggio scorso. Prima della sua adozione, così come si legge negli atti, vi è stato un lavoro preliminare, non certo immediato, della Commissione consiliare competente.  Sarebbe opportuno chiedere al Segretario Provinciale in quale sede il Pd ha mai discusso, condiviso, approvato questo piano. Il Pd esprime anche il presidente della Commissione Ambiente, che ha svolto un ruolo centrale nell’approvazione di questo piano. Mentre al consigliere provinciale Giovannini bisognerebbe chiedere perché ancora continua a candidarsi alle cariche istituzionali se poi la sua presenza nei luoghi decisionali è inutile, se non dannosa, e il suo operato insufficiente. Troppe volte ha votato qualcosa per poi dire che non aveva capito cosa stava votando, magari continuando a negare anche l’evidenza davanti agli atti assunti. Quando era Vicesindaco votò il famoso addendum Aser e l’autorizzazione al mutuo di Acqualatina alla DepfaBank. Sul Piano dei Rifiuti ha provato ancora una volta a giustificarsi dicendo che quella delibera non conta perché devono essere sentiti prima i sindaci e che l’ultima parola è della Regione. Su questo è necessaria maggiore chiarezza: la delibera è efficace e legittima così come è stata assunta; il ruolo della conferenza dei sindaci è solo consultivo, se ci fosse stato davvero questo intento tale organo si sarebbe dovuto convocare prima di approvare il Piano". Perciò Ruberti e Laurenzi lanciano un appello al primo cittadino affinché ottenga il ritiro del piano. "Sui rifiuti c’è solo una strada da percorrere, revocare la delibera del Consiglio Provinciale e modificare il Piano. Chiediamo - continuano  al sindaco Terra di chiedere la convocazione urgente della Conferenza dei Sindaci nella quale approvare un ordine del giorno che chieda al Consiglio la revoca dell’Atto. Questa è l’unica strada efficace per impedire al nostro territorio il sorgere di un altro mostro ecologico.