Lo sversamento è stato piuttosto importante e ora, a diversi giorni dall’assalto portato alla condotta dell’Eni, i residenti e soprattutto i proprietari dei terreni tutt’intorno temono. Temono sia un danno ambientale, sia le conseguenze dell’inquinamento delle falde che forniscono acqua per i campi. Già a poche ore dai fatti dal Comune non avevano potuto negare che stavano valutando, in attesa dei riscontri e dei verbali degli Enti preposti, l’ipotesi di una ordinanza che andrebbe a vietare l’uso dell’acqua. Si rischia davvero un blocco dell’acqua? Al momento è una possibilità molto concreta.

Il gasolio, d’altronde, dopo il danneggiamento della condotta e la fuoriuscita di litri e litri di carburante, è finito anche all’interno del canale Rio Torto che scorre nei pressi del punto di perforazione. Da lì si è sparso. Al momento non è dato conoscere nemmeno l’esito delle eventuali analisi dell’Arpa, che su tali vicende fa calare un riserbo impenetrabile, e quindi in assenza di una ordinanza le ipotesi sono due: o la relazione non è ancora arrivata, o (ma questa ipotesi è davvero poco fondata) non ci sono pericoli per l’ambiente, le falde, le colture. In attesa di chiarimenti l’unica riflessione da fare è che, comunque vada, a rimetterci sono sempre gli agricoltori.

Il danno infatti alle colture ricade sui proprietari, così come le conseguenze nel tempo. E se non bastasse l’opera di qualche banda di ladri di gasolio, spesso i canali sono interessati da altri sversamenti che, spesso, agli occhi di molti, sembra vengano sottovalutati. Non lo sono invece gli odori che si alzano da alcuni corsi di acqua, le schiume che si formano e i colori innaturali delle acque. Un monitoraggio costante o anche saltuario sarebbe una prima risposta alle preoccupazioni dei residenti. In queste ore dall’Assessorato all’Ambiente che ha sollecitato analisi e verifiche agli enti di tutela di salute e ambiente, sono attese novità.