Nell’ambito di un’operazione condotta dai poliziotti della quinta Sezione “Reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione” della Squadra mobile della Questura di Roma e volta a sgominare una “banda” dedita a delle rapine messe a segno nella Capitale, sarebbero stati individuati, grazie a delle approfondite indagini, i presunti autori - nonché il mandante del gesto - dell’incendio doloso che, lo scorso 12 luglio, danneggiò la tensostruttura che copre il campo da tennis del centro sportivo di via Sant’Antonio, ad Ardea.

In particolare, i poliziotti hanno arrestato - tra gli altri finiti nell’indagine legata alle rapine - quattro persone, con una di queste ai domiciliari, ritenute responsabili in concorso tra loro e a vario titolo dell’ipotesi di reato di incendio. I tre ritenuti autori materiali del delitto - ossia un 57enne, un 52enne e un 43enne - sarebbero stati pagati con un corrispettivo di quattromila euro, proprio allo scopo di danneggiare la tensostruttura dei campi da tennis in via Sant’ Antonio, a poca distanza dal museo Manzù, incendiandola dopo averla cosparsa di liquido infiammabile. A dar loro il mandato, invece, sarebbe stato un 63enne romano, che nell’ambito dell’inchiesta conclusa dalla polizia capitolina è finito agli arresti domiciliari.

Diverse, ovviamente, le tecniche investigative della polizia che hanno consentito di scoprire - durante le indagini per le rapine - il presunto coinvolgimento delle persone sopra citate nell’ambito dell’incendio doloso registrato in estate ad Ardea. Ricordiamo, al proposito, che le fiamme del 12 luglio scorso vennero estinte pressoché tempestivamente, prima che le stesse distruggessero completamente la tensostruttura. Di fatto, però, i danni furono comunque importanti.