Non c’era la volontà di uccidere. Questa la linea seguita dal collegio difensivo dei sei imputati finiti a processo per l’omicidio dell’ex diacono di Monte San Biagio, Patrizio Barlone, massacrato di botte l’8 febbraio dello scorso anno all’interno della sua abitazione durante una rapina finita male, mentre in paese si svolgeva la festa patronale.
Ieri al tribunale di Latina si è tenuta l’arringa difensiva. Ad eccezione di uno, tutti i legali degli imputati, accusati di concorso in rapina aggravata e omicidio volontario (con l’aggravante della crudeltà per i tre esecutori materiali), hanno chiesto la derubricazione del reato di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale e discusso le responsabilità per i singoli ruoli. Il 26 febbraio prossimo con molta probabilità si arriverà alla sentenza.