Elena Palazzo non ci sta a farsi mettere da parte. Si era proposta come candidata a sindaco di Forza Italia, ma il partito ha preferito virare su Mirko Di Biase. Quasi un affronto per la giovane eppure esperta Palazzo che non ci sta. Rompe il silenzio: “Dopo aver riflettuto in assoluto silenzio sul susseguirsi dei comunicati stampa di questi giorni, è arrivato il momento di raccogliere la sfida lanciata qualche mese fa dal responsabile del Comitato Civico Itri Nostra, l’avvocato Giuseppe Cece. A questo punto sento il preciso dovere di assumermi la responsabilità di accettare ufficialmente la candidatura a sindaco, per la guida politico-amministrativa futura di questo paese, pur non rinunciando alla mia appartenenza politica a FI, che attraverso i tanti iscritti, volutamente non interpellati dai nominati della politica, mi hanno fatto sentire l’appoggio necessario a sostegno di questa mia scelta”.

Palazzo quindi resta nel partito azzurro ma si candida per un’esperienza civica, all’insegna di quello che definisce un “vero rinnovamento”.

“La mia storia – spiega Palazzo - è fatta soprattutto di sacrifici, gli stessi che oggi mi consentono di poter mettere la faccia (pulita) sulle scelte che faccio. Su un aspetto in particolare, non voglio lasciare che il rumore delle opinioni altrui possa offuscare la mia”. Palazzo non risparmia accuse e illusioni. “In questi giorni ad Itri si sta cercando di consumare  il tentativo di scrivere la peggiore delle pagine politiche della storia di questo paese. Assistiamo a segretari di partito disperati che con veri e propri diktat antidemocratici cercano di far passare, in nome di maggioranze inesistenti, posizioni stabilite a tavolino tra due o tre persone che non potendo più mettere la faccia di fronte alla cittadinanza, si nascondono dietro la chimera del rinnovamento”.

Da questo modo di fare politica Palazzo vuole tenersi lontana. “La sottoscritta – conclude Palazzo - insieme alla squadra giovane e competente che si sta formando, attorno al lavoro del Comitato Itri Nostra, ritiene di poter rappresentare rinnovamento, capacità amministrativa, lontananza dagli interessi che non sono dei cittadini, autonomia di pensiero e di azione, idee programmatiche”.