Il consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone interviene sulle difficoltà del settore agricolo nella Piana di Fondi. E lo fa con una presa di posizione sulle azioni messe in campo dalla Regione Lazio per contrastare la diffusione del punteruolo del peperone nella piana di Fondi e nel sud della provincia di Latina. Azioni che, sostiene, "stanno mettendo in ginocchio le imprese creando un danno economico ingente anche allâindotto".
"Per comprendere se siano ancora necessarie le misure restrittive attuate, ad oltre due anni di distanza dal provvedimento che impedisce la coltivazione del peperone in questa area - afferma Simeone - ho presentato una interrogazione, al presidente Zingaretti e allâassessore allâagricoltura Hausmann, per sapere se la Regione Lazio sia a conoscenza del danno economico che si sta causando alle aziende agricole e vivaistiche del territorio, per conoscere esattamente le risultanze delle indagini condotte dal Servizio Fitosanitario regionale e se ad oggi siano stati effettuati nuovi monitoraggi. Inoltre ho chiesto di sapere se siano state prese in considerazione forme di compensazione per le aziende che hanno subito un gravoso danno economico a seguito dellâapplicazione delle misure previste nella determinazione di dicembre 2013 e se la Regione Lazio abbia valutato la possibilità di rivederne le misure restrittive garantendo la ripresa delle coltivazioni nellâarea. A quanto si apprende, inoltre, la Regione Lazio avrebbe rigettato la maggior parte delle richieste di coltivazione in deroga sinora avanzate dalle aziende dislocate sul territorio. E il risultato, al momento, è che in questa battaglia per sconfiggere il punteruolo del peperone lâunico sconfitto è un comparto fondamentale del settore agricolo e vivaistico nella provincia di Latina. La distruzione di centinaia di ettari di coltivazione si traduce, infatti, nella vanificazione del lavoro e dei sacrifici di centinaia di aziende che producono questo ortaggio. Tanto che oggi il danno prodotto dalle misure previste dalla determinazione regionale è di gran lunga superiore a quello causato dal coleottero. Inoltre risulta essere contraddittorio applicare per le aree cosiddette focolaio (Fondi, Sperlonga, Monte San Biagio e Terracina) e quindi considerate ad alta pericolosità per la diffusione del coleottero, misure quali la distruzione delle coltivazioni e nella stessa area consentire la deroga alle medesime seppure con un preciso disciplinare".
Il consigliere regionale si augura che il presidente Zingaretti e lâassessore Hausmann prendano in seria considerazione le eccezioni sollevate e rispondano a questa interrogazione con attenzione riconsiderando misure che stanno creando seri danni. "Se il coleottero del peperone câè è giusto combatterlo evitando però di radere al suolo un intero comparto economico. Credo sia inaccettabile infatti uccidere un paziente solo perché ha i pidocchi".