Doveva essere solo e soltanto una cerimonia in cui dire “addio” a Benito Di Fazio: un familiare, un amico per alcuni, un conoscente per altri, un personaggio protagonista per oltre un decennio della vita pubblica della sua città per tanti. Una figura per la quale – nonostante la decennale presenza in Consiglio Comunale - la maggioranza non ha ritenuto opportuno riservare alcun tipo di ricordo: neppure una riga per esprimere cordoglio. A ricordarlo ci hanno pensato altri, ma proprio le parole pronunciate dal suo amico Nicola Reale in un commovente discorso hanno indispettito il parroco don Gaetano Manzo. «Doveva essere letta solo la prima parte, questi erano gli accordi». Così ha esordito il prete interrompendo la commozione di molti e il minuto di silenzio chiesto dalla famiglia, che aveva con cortesia esortato i fedeli a non applaudire né durante né dopo il discorso. Non è ben chiaro cosa abbia stizzito il parroco. Forse il riferimento alla “mentalità mafiosa” per le ingiuriose scritte lasciate da qualche «eroe» - per usare le parole di Reale - fuori il portone di Benito Di Fazio. Tra i fischi e i “buu” del pubblico - con molti fedeli che indignati hanno lasciato la chiesa aspettando fuori l’uscita del feretro - il parroco ha continuato la propria ramanzina fuori luogo. Se questi non fossero stati i patti (e se ci fosse stato effettivamente un problema), il prete lo avrebbe potuto far presente privatamente al diretto interessato. Anche per rispetto del dolore dei familiari. Ma don Gaetano ha ritenuto più opportuno «dissociarsi» da quelle parole nel corso della funzione religiosa, al cui termine il feretro di Benito Di Fazio è stato accompagnato verso l’uscita da un intenso e commosso applauso. Segno della stima e dell’affetto della sua Sperlonga.