Colpo di scena nel processo per l’omicidio dell’enologo veneto Ulrico Cappia, ucciso nel settembre del 2013 a colpi di pistola e bruciato nell’automobile nelle campagne itrane. I giudici della Corte d’assise d’appello di Roma hanno disposto una perizia psichiatrica nei confronti dell’imputato, il 58enne itrano Giuseppe Ruggieri, unico indagato per il delitto e condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo. Ieri mattina nelle aule del tribunale capitolino si è svolta una nuova udienza del processo giunto in secondo grado. I giudici della Corte d’assise presieduta dal magistrato Giancarlo De Cataldo hanno accolto le eccezioni sollevate dalla difesa dell’imputato e disposto che sull’itrano. Gli avvocati che assistono Ruggieri (i legali Angelo Palmieri e Igor Ruggieri) contestano la pronuncia dei giudici di primo grado del tribunale di Latina e chiedono una revisione della sentenza, arrivata nel giugno dello scorso anno. In particolare, nel corso dell’udienza, è stata riportata una vecchia sentenza nei confronti di Ruggieri, risalente agli anni Ottanta, in cui veniva dichiarata la semi-infermità del soggetto. Ieri, dunque, i giudici hanno disposto che un professionista esegua sull’imputato una perizia di natura psichiatrica, affidata al professor Maurizio Marasco dell’università “La Sapienza”. Si tornerà in aula il 27 ottobre per l’affidamento formale dell’incarico. La perizia è finalizzata a valutare l’imputabilità di Ruggieri e ad accertare la capacità di intendere e volere del soggetto ma anche la capacità processuale. Secondo le indagini condotte dai carabinieri, Ruggieri era ben consapevole del delitto che si stava commettendo. Il 58enne avrebbe ucciso Cappia, enologo 57enne originario del nord Italia ma da tempo attivo sul territorio itrano, per rancori sorti nell’ambiente lavorativo.